E ora? Mesi di angoscia e ansia sui mercati internazionali, interi governi in allarme con accordi più o meno raggiunti (tipo quello con i paesi europei) per la nuova politica sui dazi di Donald Trump e ora una corte federale li ha reputati “illegali” (per la maggior parte). Cosa vuol dire e cosa succederà ora? Nelle ultime 24 ore la la Corte d’Appello del Circuito Federale ha votato 7 contro 4, dichiarando che Trump non aveva l’autorità legale per imporre questi dazi globali. I giudici hanno spiegato che il potere di imporre tasse come i dazi appartiene esclusivamente al Congresso secondo la Costituzione americana, non al Presidente.
La corte ha specificato che i dazi di Trump sono “illimitati per portata, importo e durata”, applicandosi praticamente a tutti i prodotti importati negli Stati Uniti e a quasi tutti i paesi del mondo. Trump aveva utilizzato una legge chiamata IEEPA (International Emergency Economic Powers Act) per giustificare i suoi dazi, sostenendo che fossero necessari per affrontare emergenze nazionali. Tuttavia, la corte ha stabilito che questa legge non gli dà il potere di imporre dazi così ampi e indefiniti.

In sostanza, i dazi sono illegali perché Trump ha superato i limiti della sua autorità presidenziale. La Costituzione americana stabilisce che solo il Congresso può decidere su tasse e dazi, non il Presidente da solo. È come se un sindaco decidesse di cambiare le leggi nazionali: non ne ha l’autorità.
I dazi dichiarati illegali includono quelli “reciproci” globali di Trump e quelli imposti su Canada, Messico e Cina per il presunto traffico di fentanyl negli Stati Uniti. Questi dazi colpivano praticamente tutti i prodotti importati, con tariffe molto elevate e in costante cambiamento.
Il Presidente americano ha reagito alla sua maniera, definendo la corte d’appello “altamente partigiana” su Truth Social (il suo social network). Ha dichiarato che senza questi dazi “sarebbe un disastro totale per il paese” e che la decisione “distruggerebbe letteralmente gli Stati Uniti d’America”. Trump ha anche annunciato che farà ricorso alla Corte Suprema.
La corte ha sospeso l’effetto della sua decisione fino al 14 ottobre, dando tempo all’amministrazione Trump di presentare ricorso alla Corte Suprema. Nel frattempo, i dazi rimangono in vigore.
Questo caso, conosciuto come “V.O.S. Selections v. Trump”, è nato da due cause legali separate: una presentata da dodici stati americani e l’altra da cinque piccole imprese. È il più avanzato tra oltre sei processi federali che contestano l’uso dell’IEEPA da parte di Trump.