Il Conclave è l’assemblea dei cardinali della Chiesa cattolica incaricata di eleggere il nuovo Papa. Su 138 cardinali elettori, 110 sono stati nominati direttamente da Bergoglio. Dopo la morte di Papa Francesco è già in azione il cerimoniale che porterà all’elezione del nuovo pontefice. I funerali si terranno sabato 26 aprile 2025 alle 10. Mentre il Conclave potrebbe iniziare invece tra il 5 e il 10 maggio.
Il Conclave si svolge a porte chiuse nella Cappella Sistina, con rigide regole di segretezza. Il termine deriva dal latino cum clave, cioè “con chiave”, a indicare la clausura dei cardinali fino all’elezione.
Il Conclave inizia con la cena dei cardinali elettori nella Casa di Santa Marta. La mattina dopo, il decano celebra la messa “pro eligendo Papа”, aperta a tutti i fedeli. Nel pomeriggio, invece, i cardinali elettori andranno in processione alla Cappella Sistina, invocando l’assistenza dello Spirito Santo col canto del Veni Creator. A questo punto viene proclamato l’Extra omnes, il fuori tutti. Nella Sistina restano gli elettori.
Il regime delle votazioni è ben strutturato. Ogni giorno i cardinali celebrano la messa e poi si trasferiscono nella cappello, dove alle 9 recitano le Lodi. Subito dopo c’è la prime due votazioni, seguita dalle due del pomeriggio, alle 16. Entrano in Conclave per il voto solo i cardinali che hanno meno di 80 anni, mentre qualsiasi maschio battezzato celibe, secondo il diritto canonico, cioè che non sia sposato, può essere eletto Papa. Dopo la votazione pomeridiana, gli elettori recitano i Vespri.
Come si vota? Spetta all’ultimo cardinale sorteggiare tre Scrutatori, tre Revisori e tre Infirmatari (che raccolgono le schede di eventuali elettori malati e costretti a restare nella propria stanza). I Cerimonieri, invece, consegnano almeno due o tre schede bianche a ogni elettore, poi abbandonano la Sistina. Ogni cardinale compila in segreto la scheda, scrivendo chiaramente il nome di chi elegge. Poi, piega a metà la scheda. E la porta all’altare. Il cardinale giura solennemente e depone la scheda su un piatto, facendola scivolare dentro un calice, usato come urna.

A fine votazione il primo scrutatore mescola l’urna per mescolare le schede e il terzo scrutatore trasferisce le schede, a una a una, dentro un altro contenitore. Il numero di schede deve corrispondere al totale degli elettori. Inizia lo scrutinio. Le schede vengono elette una alla volta da ognuno dei tre cerimonieri. L’ultimo annota il nome e lo legge a voce alta. Fora le schede con un ago in corrispondenza della parola Eligo e le lega tutte insieme con un filo. Dopo un ultimo controllo, il Camerlengo raccoglie gli appunti e redige un verbale con il risultato. Tutte le carte vengono bruciate nella stufa, con un additivo chimico per cambiare il colore della fumata.
Se nessuno ottiene la maggioranza richiesta (due terzi dei voti), le schede vengono bruciate con paglia umida, producendo una fumata nera. Quando viene eletto il nuovo Papa, le schede vengono bruciate con paglia secca, producendo una fumata bianca. Il fumo esce da un comignolo collocato sul tetto. Una fumata potrebbe avvenire intorno alle 12, una alle 19. Se la prima votazione dovesse avere esito positivo, l’orario sarebbe però anticipato. Con la fumata bianca, le sei campane di San Pietro suoneranno a festa. A quel punto, il nuovo Papa si prepara a entrare nella stanza delle lacrime, dove potrà emozionarsi.
Dopo l’elezione, il Cardinale Protodiacono annuncia al mondo dalla loggia di San Pietro la famosa frase “Habemus Papam” (“Abbiamo un Papa”), seguita dal nome del nuovo Pontefice. Il Papa si affaccia dalla loggia e impartisce la benedizione “Urbi et Orbi” (alla città di Roma e al mondo).