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Home » Attualità » Cos’è l’infibulazione e perché è una pratica brutale che mette a rischio milioni di donne nel mondo

Cos’è l’infibulazione e perché è una pratica brutale che mette a rischio milioni di donne nel mondo

Il 6 febbraio si celebra la Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, una pratica brutale, ancora diffusa.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino6 Febbraio 2025Aggiornato:6 Febbraio 2025
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Due donne africane
Due donne africane (fonte: Unsplash)
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L’infibulazione è la mutilazione dei genitali femminili compiuta affinché le donne non possano avere rapporti sessuali né provare piacere da essi, prima del matrimonio. Si tratta di un’operazione brutale, tradizionale in alcune popolazioni africane, in particolare nell’Africa Subsahariana, illegale in Italia e in molte nazioni del mondo.

Nell’operazione, detta anche circoncisione femminile e compiuta spesso in condizioni igieniche precarie, si asporta il clitoride. Inoltre, si cauterizzano, ovvero bruciano, le piccole labbra e parte delle grandi labbra vaginali. La vulva viene poi cucita, lasciando solo un piccolo spazio aperto per la fuoriuscita dell’urina e del sangue mestruale.

L’operazione può portare alla resezione dell’arteria dorsale. Inoltre, le vittime sono predisposte a gravi infezioni che rischiano di attaccare utero e ovaie. Con la possibilità di cronicizzare la malattia.

L’infibulazione, come detto, si compie per impedire atti sessuali prima del matrimonio. Tuttavia ha gravi ripercussioni non solo sulla salute della donna, ma anche sulla sua femminilità. Le donne infibulate, infatti, non provano l’orgasmo e sono destinate a una vita di dolore. Diffusa in una trentina di Paesi africani e mediorientali l’infibulazione è rituale anche in alcune aree del Sud America, ad esempio in Perù e Colombia e in Asia.

Il fenomeno si riscontra anche in Europa e in Italia dove sono a rischio migliaia di bambine. Ultimo caso in ordine di tempo quello di una bimba, di origini maliane, portata in gravi condizioni all’ospedale di Lecce per le conseguenze di un’infibulazione. In Italia l’infibulazione è reato ed è punibile con il carcere da 4 a 12 anni.

I dati diffusi dal ministero della Salute e dall’Organizzazione mondiale della sanità parlano di oltre 200 milioni di donne sono sottoposte a mutilazioni genitali. Ancora più nero il quadro dipinto da UNICEF secondo cui sono più di 230 milioni le ragazze e le donne che hanno subito una forma di MGF e quattro milioni quelle che rischiano di esservi sottoposte entro i 15 anni di età.

L’infibulazione è parzialmente reversibile attraverso la defibulazione, una procedura chirurgica che restituisce le funzioni genitali di una donna. L’intervento, infatti, si fa sulla cicatrice lasciata dall’infibulazione per riaprire l’orifizio vaginale.

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