Questa mattina, la città di Graz, in Austria, è stata sconvolta da una sparatoria nell’istituto superiore Borg, situato nel quartiere Lend, che ha causato la morte di nove persone, tra cui sette studenti e un adulto, e diversi feriti. Secondo le autorità austriache, l’autore, uno studente dell’istituto, ha aperto il fuoco in due aule prima di togliersi la vita in un bagno della scuola. La polizia, con il supporto dell’unità speciale Eko-Cobra, ha avviato un’operazione di sicurezza intorno alle 10:00, evacuando l’edificio e perquisendo meticolosamente la struttura. Il movente, secondo fonti ufficiali, potrebbe essere legato a episodi di bullismo percepiti dall’autore, come riportato dal quotidiano Kronen Zeitung e confermato dal portavoce della polizia Fritz Grundnig. Il ministro degli Interni Gerhard Karner si è recato sul posto per seguire le operazioni.

Questa tragedia si inserisce in una serie di episodi che hanno visto le scuole trasformarsi in scenari di violenza in tutto il mondo. Uno dei casi più noti è la strage di Columbine, negli Stati Uniti, avvenuta il 20 aprile 1999, quando due studenti, Eric Harris e Dylan Klebold, uccisero 13 persone prima di suicidarsi. Le motivazioni, come nel caso di Graz, includevano alienazione sociale e bullismo.
Più recentemente, la sparatoria alla Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, Florida, il 14 febbraio 2018, ha causato 17 morti. In Europa, un caso significativo è stato quello di Winnenden, in Germania, nel 2009, dove un ex studente ha ucciso 15 persone in una scuola, aprendo un dibattito, mai concluso, sulla salute mentale delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi e sull’accesso alle armi.
In Austria, un episodio simile era stato sventato nel maggio 2024, quando un quindicenne, vittima di bullismo, aveva pianificato una strage ma fu fermato dopo che i compagni consegnarono una “lista della morte” al preside.
Le autorità austriache stanno indagando per chiarire la dinamica e valutare eventuali lacune nei sistemi di sicurezza scolastica.