Quando si parla delle decisioni più delicate prese alla Casa Bianca, spesso si cita la “Situation Room“, la stanza dove il presidente degli Stati Uniti riceve aggiornamenti cruciali e coordina azioni militari o diplomatiche. Ma la Situation Room non è solo una sala da riunioni: è un centro operativo di massima sicurezza, progettato per gestire le crisi più serie a livello globale. Nata durante la Guerra Fredda, si è evoluta fino a diventare uno dei luoghi più tecnologicamente avanzati e protetti al mondo.
La Situation Room è situata nel seminterrato dell’Ala Ovest della Casa Bianca, a Washington D.C. Non si tratta di una singola stanza, ma di un complesso di circa 460 metri quadrati (5.000 piedi quadrati), composto da tre sale conferenze sicure, una stazione di sorveglianza chiamata “watch floor” e diversi uffici operativi. È gestita da circa 130 persone del Consiglio di Sicurezza Nazionale (NSC), tra cui ufficiali dell’intelligence e delle forze armate, analisti, tecnici video e operatori delle comunicazioni. Queste figure lavorano su turni 24 ore su 24, monitorando eventi nazionali e internazionali in tempo reale.
L’origine della Situation Room risale al 1961, quando il presidente John F. Kennedy ne ordinò la creazione in risposta alla crisi della Baia dei Porci, ritenendo essenziale avere un flusso di informazioni sicure e costanti. In quell’ambiente, Kennedy affrontò anche la crisi dei missili di Cuba. Negli anni successivi, fu teatro di decisioni storiche come l’invasione dell’Iraq del 2003 sotto George W. Bush e il blitz contro Osama bin Laden nel 2011, seguito in tempo reale da Barack Obama e i suoi collaboratori.

Nel 2023 la Situation Room è stata completamente rinnovata per un costo di oltre 50 milioni di dollari. L’intera struttura è stata demolita e ricostruita con tecnologie all’avanguardia, nuovo impianto elettrico, condotti dell’aria più ampi e materiali di pregio come pannelli in mogano e pietra proveniente dalla Virginia, scolpita con il sigillo degli Stati Uniti. I monitor installati consentono un accesso istantaneo a tutte le fonti d’intelligence. Le pareti ora nascondono sofisticati sistemi audio e video integrati, invisibili ma fondamentali per la sicurezza e la comunicazione.
Le regole all’interno sono rigidissime: è vietato introdurre qualsiasi dispositivo elettronico, compresi smartwatch e telefoni. Solo chi possiede un’autorizzazione di sicurezza di massimo livello può accedervi. L’intera struttura è definita come SCIF (Sensitive Compartmented Information Facility), cioè uno spazio in cui si possono trattare solo informazioni classificate, con protezioni contro qualsiasi tentativo di intercettazione o fuga di notizie.
Il cuore operativo è la “watch floor”, dove personale militare e civile osserva costantemente lo scenario globale. Il lavoro inizia all’alba con la redazione del “Morning Book”, un documento consegnato al presidente e ai suoi principali consiglieri che contiene il National Intelligence Daily, riassunti del Dipartimento di Stato e rapporti aggiornati dai servizi segreti. Inoltre, la Situation Room è responsabile di organizzare comunicazioni sensibili del presidente, comprese le telefonate con leader stranieri, gestendo tempi, sicurezza e interpreti.
Infine, anche lo spazio simbolico ha un valore: la sala conferenze principale è chiamata “John F. Kennedy Conference Room”, recentemente rinnovata con pannelli in legno scuro e schermi intelligenti. In una stanza adiacente si trovava lo spazio dove Obama e Biden seguirono il raid contro Bin Laden, oggi smantellato e trasferito intatto per essere esposto all’Obama Presidential Center a Chicago.