Una pagina di storia del giornalismo satirico italiano si appresta a chiudersi. Il Vernacoliere, storico mensile livornese fondato da Mario Cardinali, sospenderà le pubblicazioni dopo il numero di novembre 2025. Ad annunciarlo è stato lo stesso direttore 88enne con un messaggio accorato ai lettori, in cui ha spiegato le ragioni di una decisione sofferta ma inevitabile.
“Dopo il numero di novembre Il Vernacoliere sospende le pubblicazioni. Nessuno è eterno. Neanche Mario Cardinali”, ha scritto il fondatore in un post su Facebook che ha immediatamente commosso migliaia di affezionati lettori. Cardinali, che ha dedicato sessantacinque anni della sua vita al giornale, ha aggiunto con la consueta ironia: “Arrivato alla soglia dei novant’anni, ci manca ormai un mucchiettino di mesi, grinzosi anche quelli, mi sento francamente un po’ stanchino”.
La storia del Vernacoliere affonda le radici nel 1961, quando Cardinali fondò il periodico “Livornocronaca”, trasformatosi poi nell’attuale testata nel 1982. Per oltre sei decenni, il mensile ha rappresentato una voce unica nel panorama editoriale italiano, distinguendosi per la satira irriverente e dissacrante scritta rigorosamente in vernacolo livornese, capace di pungere politica, costume e società senza risparmio di colpi.
Ma oltre alla comprensibile stanchezza del suo fondatore quasi novantenne, dietro la sospensione si cela una realtà molto più amara e sistemica. “Vi aggiungo un altro buon motivo per la fermata del Vernacoliere: c’è anche la crisi sempre più profonda della carta”, ha spiegato Cardinali, denunciando come “quasi più nessuno legge” i giornali cartacei. Una crisi che ha conseguenze economiche dirette e insostenibili: “Per il Vernacoliere i costi ormai son arrivati a superar gl’incassi”.
Il direttore ha anche evidenziato un fenomeno che sta trasformando radicalmente il volto dell’editoria italiana: le edicole “continuano a chiudere a migliaia in tutt’Italia”, riducendo drasticamente i punti vendita e rendendo sempre più difficile la distribuzione dei giornali cartacei. Si tratta di una crisi generale della carta stampata che non risparmia nemmeno testate storiche e di nicchia come Il Vernacoliere, capaci di contare su un pubblico fedele ma non più sufficiente a garantire la sostenibilità economica.
Nonostante la decisione, Cardinali non ha voluto chiudere definitivamente la porta a un possibile ritorno. “Vediamo se dopo aver ripreso fiato ce la faremo una volta ancora”, ha scritto, lasciando aperto uno spiraglio di speranza per i lettori che da decenni seguono le avventure satiriche del mensile livornese. La formula utilizzata è quella di una “sospensione in attesa di tempi migliori”, piuttosto che di una chiusura definitiva.
Il messaggio si è concluso con un sentito ringraziamento ai lettori: “Pigliatevi, oltre all’abbraccio affettuoso, anche il mio sentitissimo grazie per quanto finora avete fatto, nel contribuire a tenere alto il prestigio d’una storica bandiera d’irriverenza satirica”.