Il 21 febbraio 2001, Erika De Nardo e il suo fidanzato, Omar Favaro, entrambi sedicenni, uccidono con 97 coltellate la madre di lei, Susy Cassini, e il fratellino undicenne, Gianluca De Nardo. Questo crimine sconvolse l’opinione pubblica italiana, sia per la giovane età degli assassini sia per la brutalità dell’atto.
Ma che fine hanno fatto i protagonisti di questa vicenda così cruenta che ha portato Novi Ligure sulle prime pagine dei giornali. Dopo aver scontato le rispettive pene detentive, Erika condannata a 16 anni e Omar a 14 anni, entrambi sono tornati in libertà e hanno cercato di ricostruire le proprie vite lontano dai riflettori.
Erika, ad esempio, ha scelto di mantenere un profilo basso, evitando l’attenzione mediatica. Si è, così, dedicata agli studi, laureandosi in Filosofia nel 2009 durante il periodo di detenzione. Successivamente, ha intrapreso una nuova vita, lontana dai luoghi e dalle persone legate al suo passato. Secondo alcune fonti, si sarebbe sposata e avrebbe iniziato una carriera professionale, ma ha sempre preferito mantenere la sua privacy, rendendo difficile ottenere dettagli precisi sulla sua attuale situazione.
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Omar, invece, ha guadagnato nuovamente l’attenzione della giustizia per delle accuse di violenza domestica. Nel 2019, infatti, conosce una donna sui social media con cui si sposa ed ha una figlia. La loro unione, però, è tutt’altra che idilliaca ma segnata da tensioni e accuse di violenza domestica. Nel 2021 la moglie di Omar presenta una denuncia, accusandolo di maltrattamenti, minacce di morte e violenza psicologica.
A seguito di questo la Procura di Ivrea avvia un’indagine, culminata nel gennaio 2025 con un processo per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale nei confronti dell’ex moglie. Durante le udienze preliminari, Omar ha negato le accuse, sostenendo che siano state inventate dalla moglie per ottenere l’affidamento esclusivo della figlia. Nonostante la gravità delle accuse, comunque, sembra che le richieste di misure cautelari siano state respinte dai giudici, considerando che la convivenza era cessata e che non vi fosse un pericolo attuale. Attualmente, il processo è in corso, e Omar rischia una nuova condanna se le accuse dovessero essere confermate.