Un po’ lo avevamo previsto parlando dell’intenso monologo di Ralph Fiennes in Conclave e di come potesse essere una sorta di monito per l’elezione del nuovo Papa. Ma la realtà supera la finzione. Secondo quanto riportato da Politico, alcuni cardinali hanno deciso di affidarsi proprio al film di Edward Berger, uscito nei cinema appena quattro mesi prima della morte di Papa Francesco, come preziosa bussola.
A quanto pare dalle dichiarazioni di un ecclesiastico coinvolto direttamente nel processo, alcuni dei 133 cardinali, riuniti da qualche ora nella Cappella Sistina hanno assistito alla pellicola con interesse al cinema. E in qualche modo li ha illuminati. Il film, con Ralph Fiennes nel ruolo del decano del Collegio cardinalizio, mette in scena un Conclave carico di tensioni, con cardinali divisi, documenti compromettenti su alcuni papabili, e l’improvvisa comparsa di un candidato sconosciuto da una diocesi periferica (che avrà un ruolo chiave).

Questo scenario non è poi così distante dalla realtà. Con la morte di Papa Francesco il 21 aprile 2025, la maggior parte dei cardinali giunti a Roma è composta da suoi nominati: molti provengono da diocesi minori, in precedenza trascurate, e non hanno esperienza diretta del conclave. Per loro, Conclave diventa un’occasione per capire meccanismi, dinamiche di potere e complessità del cerimoniale, in un contesto dove ogni gesto ha un significato preciso.
Anche gli scandali non mancano, rendendo il parallelismo tra fiction e realtà ancora più inquietante. In queste settimane, il pre-conclave si è acceso con fughe di notizie, articoli anonimi sui giornali italiani contro candidati rivali, accuse di abusi a carico di alcuni dei principali contendenti e l’esclusione di un cardinale, Angelo Maria Becciu. legato a una frode finanziaria, dopo la pubblicazione postuma di una lettera firmata da Papa Francesco (accade anche nel film). In questo contesto, la somiglianza con la narrazione cinematografica diventa quasi profetica.