La metafora è piuttosto chiara: ancora qualche giorno di libertà e poi per il futuro sposo, fermato sabato scorso a Jesolo, si aprirà una vera Via Crucis. Ecco perché il buontempone si è divertito a girare per la cittadina veneta, sfilando davanti ad amici sghignazzanti e cittadini increduli, portando sulle spalle una pesante croce. Un modo diverso di celebrare l’addio al nubilato che gli è valso però una bella multa di 200 euro da parte della polizia. E il sequestro della croce.
L’uomo, un trevigiano di Zenson di Piave, è accusato di aver offeso la religione. Insomma, non così grave come la coppia di Lucca che ha fatto sesso in chiesa, ma stiamo lì. Infatti, sono stati proprio alcuni residente, infastiditi dalla sceneggiata, a chiamare la polizia.
Curiosamente, questo genere di manifestazioni grottesche per l’addio al celibato erano di gran moda molti anni fa, come spiega Il Gazzettino. Proprio per mettere un argine e contenerle, l’amministrazione comunale di Jesolo aveva deciso di modificare il regolamento della polizia locale. Comminando sanzioni più pesanti in caso di eventi considerati contrari al buon gusto e ai culti religiosi.
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Proprio come avvenuto in un città in Spagna, Platja d’Aro, località della Costa Brava di 12.500 anime, dove gli addii al celibato erano diventati un vero e proprio business. Con tanto di parco a tema dove gli uomini vagavano vestiti da pene. E le donne in biancheria intima e diademi fallici (il trend è chiaro).
Ebbene, anche qui è arrivata una stretta finale per dichiarare guerra al cattivo gusto. Da mercoledì scorso, infatti, è attiva un’ordinanza che aumenta del 100% le multe per chiunque si presenti in pubblico “in costumi raffiguranti organi genitali” o portando “bambole di natura sessuale”. Chi lo farà rischierà una multa da 300 a 1.500 euro. L’ordinanza vieta anche di “realizzare ogni attività collegata” agli addii al celibato che “danneggino o sporchino lo spazio pubblico, con affollamenti di persone”.