Il gesto anti violenza del pugno chiuso si fa piegando il pollice sul palmo della mano e alzando le rimanenti quattro dita, per poi subito dopo chiudere le altre dita sul pollice, a formare un pugno. Il gesto vale come urgente richiesta d’aiuto da parte di donne vittime di violenza ed è necessario riconoscerlo e saperlo fare, qualora ci si ritrovi in situazioni drammaticamente pericolose. Si tratta del Signal for Help che l’associazione Canadian Women’s Foundation ha lanciato nell’aprile 2020 in piena pandemia e che sta diventando, piano piano, popolare in tutto il mondo.
Questo gesto indica un modo silenzioso per segnalare il fatto che ci si trovi in una situazione di pericolo. Il Signal for Help segnala il pericolo in corso e avvisa l’interlocutore, che a sua volta dovrà rivolgersi al numero italiano anti-violenza 1522, gratuito da rete fissa o mobile.
Durante la pandemia è diventato sempre più difficile trovare il coraggio di spezzare il circuito violento e i rischi sono decisamente aumentati. Deriva da qui l’idea di un gesto semplice e muto, un segnale convenuto da poter fare durante quella che magari è una videochiamata a un familiare, a un conoscente e che così può trasformarsi in salvezza. Il Signal for Help in Italia viene rilanciato da numerose associazioni, tra cui Gengle di Giuditta Pasotto che a sua volta ha realizzato un video per spiegare di cosa si tratta sui social.
Proprio ieri, il Signal for Help è stato utilizzato da una ragazza che, in pieno centro a Milano, ha subito violenze di natura sessuale da parte di un coetaneo. Il gesto è stato notato da un’impiegata di un punto vendita McDonald’s, che ha immediatamente avvertito le forze dell’ordine, giunte sul luogo per soccorrere la ragazza.
La necessità di conoscere il gesto anti violenza è tornata drammaticamente attuale dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato. Questo episodio ha fatto diventare virale anche la poesia Se domani sono io, di Cristina Torres Caceres.