Parastoo Ahmadi, cantante e compositrice iraniana di 27 anni, è stata arrestata dopo essersi esibita in un concerto online senza indossare il velo. La performance, intitolata Caravanserai Concert, è stata trasmessa su YouTube e ha avuto un forte valore simbolico contro il regime iraniano. L’evento si è tenuto proprio in un antico caravanserraglio, e la cantante ha sfidato apertamente le leggi sull’hijab, il tradizionale velo islamico. Le nuove leggi prevedono sanzioni severe, fino alla pena di morte, per chi viola le norme sul velo obbligatorio.
Parastoo Ahmadi, nata nel 1997 a Nowshahr, nel nord dell’Iran, è una cantante e pianista di talento con una formazione in regia conseguita presso la Soore University di Teheran. Con oltre 47.800 iscritti al suo canale YouTube e 7.300 ascoltatori mensili su Spotify, è diventata una figura simbolica nella lotta per la libertà di espressione e contro l’oppressione del regime iraniano. Mercoledì 11 dicembre 2024, Parastoo si è esibita nel Caravanserai Concert in un antico caravanserraglio Indossando un elegante abito nero non conforme alle regole del governo islamico, ha cantato una “canzone di libertà” trasmessa in diretta streaming, guadagnandosi un vasto consenso sui social media.
Durante il concerto, Parastoo ha dichiarato:
“Sono Parastoo, una ragazza che vuole cantare per le persone che ama. Questo è un diritto a cui non posso rinunciare. Canto per la terra che amo appassionatamente“.
Queste parole sono diventate un grido di battaglia per molte donne iraniane, incarnando il desiderio di libertà in un paese dove il canto femminile è vietato e l’assenza del velo è punita severamente.
L’arresto di Parastoo è avvenuto pochi giorni prima dell’entrata in vigore della nuova legge sul velo obbligatorio, nota come Legge per la Protezione della Famiglia attraverso la Promozione della Cultura della Castità e del Hijab. Composta da 74 articoli, questa normativa prevede pene durissime, tra cui frustate, lunghe pene detentive e la pena di morte per chi viola le norme. Inoltre, introduce restrizioni su istruzione e lavoro per le donne che rifiutano il velo, aggravando ulteriormente le già pesanti discriminazioni di genere.
Non è la prima volta che Parastoo Ahmadi si scontra con le autorità iraniane. Nel 2022, durante le proteste scatenate dalla morte in custodia di Mahsa Amini, la cantante aveva eseguito una versione di Az Khoon-e Javanan-e Vatan (Dal sangue della gioventù della nazione), attirando l’attenzione del regime. Questa volta, tuttavia, il suo concerto simbolico è stato visto come una sfida diretta alla nuova legge repressiva. Anche i musicisti che l’hanno accompagnata, Ehsan Beyraghdar e Soheil Faghih-Nassiri, sono stati arrestati insieme a lei.
Parastoo è stata descritta da Masih Alinejad, attivista iraniana in esilio, come una figura storica: “La sua voce è un’arma contro la tirannia, il suo coraggio un inno alla sfida“. Il concerto è coinciso con una fase in cui il regime ha cercato di mostrarsi più umano, liberando temporaneamente il rapper Toomaj e la Nobel Narghes Mohammadi. Tuttavia, queste concessioni non hanno fermato la repressione contro chi osa opporsi alle regole, come dimostrato dall’arresto di Parastoo.
In Iran, le leggi sul velo obbligatorio violano diritti fondamentali come libertà di espressione, autonomia personale ed eguaglianza, causando sofferenze che Amnesty International ha definito torture. Nonostante ciò, le donne iraniane continuano a lottare per la loro libertà, mostrando una determinazione che nemmeno la violenza del regime riesce a piegare.