Un apostrofo rosa tra le parole t’amo? Insomma. Il bacio scoccato dal presidente francese Emmanuel Macron alla ministra della Gioventù, dello Sport e dei Giochi Olimpici e Paralimpici, Amélie Oudéa-Castéra sta facendo discutere e non poco. Per la particolarità del gesto, molto confidenziale e con un che di appassionato, e anche perché il gossip non dorme mai, specialmente in estate. Ma entriamo nel dettaglio.
Siamo all’ormai famigerata cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Sì, quella con l’ultima cena queer (che poi però non era l’ultima cena queer, ma un banchetto dionisiaco). In mezzo alle mille polemiche della serata, è arrivato anche l’étrange baiser, come lo ha ribattezzato Madame Figaro. Uno strano bacio, insomma, tra due delle personalità politiche più importanti di Francia.
Nella foto, diventata virale in men che non si dica, e firmata da Odd Anderson di Associated France Press, il presidente si sporge per salutare la ministra, la quale gli cinge la testa e lo bacia intensità. Detto che uno scatto può dire tutto o niente, l’idea che passa dall’immagine è quella di due persone molto legate, che si estraniano dal contesto per scambiarsi un bacio quasi d’amore.
Non sono mancate le battute online sulla possibile reazione piccata della moglie di Macron, Brigitte (che non c’è stata, almeno a quanto sappiamo). E più in generale sull’inopportunità di un gesto del genere in una situazione in cui si richiede la massima diplomazia. In realtà le discussioni sono nate soprattutto attorno alla figura della ministra.
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Oudéa-Castéra, ex tennista, non è nuova a uscite sui social potenzialmente deflagranti. Solo qualche settimana fa si era tuffata nella Senna, dal Pont des Invalides, per far vedere quanto fosse balneabile. Tema che in questi giorni è dibattuto e anche in maniera molto dura, data la pessima qualità delle acque del fiume che bagna Parigi.
In più, alla vigilia dei Giochi Olimpici, Oudéa-Castéra aveva fatto parlare per il divieto imposto alle atlete francesi musulmane di indossare il velo durante le gare. Amnesty International aveva accusato il Ministero di aver condotto “una campagna di discriminazione razzista” contro le donne musulmane.
Altro che bacio.