Irina Lucidi oggi è fondatrice e presidente di Missing Children Switzerland, un’associazione che offre sostegno alle famiglie di minori scomparsi. Ha un nuovo compagno, Luis, con cui ha vissuto a Granada, in Spagna, fino a qualche tempo fa. Al Corriere della Sera la donna raccontò anche di aver vissuto per un po’ in Asia, a Yogykarta, sull’isola di Giava, con le famiglie locali e insegnando l’inglese ai bambini meno fortunati. Non ha più ripreso il lavoro che aveva allora, avvocatro per la Philip Morris. Come spiegò una portavoce della sua associazione, Irina Lucidi viaggia molto. Dalla scomparsa della sue figlie, le gemelle Alessia e Livia Schepps, non rilascia interviste, ma si è raccontata a Concita De Gregorio per il libro “Mi sa che fuori è primavera”.
L’associazione Missing Children Switzerland è stata fondata dopo la scomparsa delle figlie di Irina, le gemelle Alessia e Livia Schepps. Il padre delle bambine, Mathias Schepp da cui Irina Lucidi era separata, le prelevò a casa di amici, a Saint-Sulpice, in Francia, nel gennaio 2011. Dopo uno strano viaggio che lo vide andare e tornare dalla Corsica, in traghetto, Schepps arrivò a Cerignola, in Puglia, dove il 3 febbraio 2011 si suicidò gettandosi sotto un treno. Le bambine, che oggi avrebbero 15 anni, sono scomparse nel nulla, ma Schepps fece avere un messaggio alla sua ex moglie in cui le spiegava che “le bambine riposano in pace, non hanno sofferto… non le rivedrai mai più”. I due erano separati del 2006, ma poco prima della scomparsa delle bambine, avevano iniziato a parlare di divorzio.
“Irina, all’epoca, aveva avuto dei segnali prima del folle gesto di suo marito. Ma non ha trovato nessuno a cui rivolgersi.” – ha raccontato nel 2016 a Newhome Alessandra Cossu, la portavoce dell’associazione Missing Children Switzerland, la quale speiega che all’inizio lavoravano nel garage di Irina, per poi spostarsi in una sede “ufficiale” – “Noi ci occupiamo di questo. Chi nota qualcosa di strano in casa, chi inizia a percepire strane sensazioni, può rivolgersi a noi. E noi lo seguiamo, gli diamo consigli concreti e utili, possiamo contare su diversi specialisti nostri partner.”
“Mathias non è certamente l’uomo che ho sposato: io penso che Matthias avesse veramente due facce, non so spiegarmelo… non so”
“Ho passato anni con quest’uomo senza conoscerlo, questa è la verità” – spiegò Irina al Corriere della Sera, nel 2013 – Lucidi, originaria di Ascoli Piceno, aveva vissuto a Saint-Sulpice e aveva continuato a vivere lì anche dopo la separazione, per non destabilizzare troppo le bambine. “Sono rimasta a Saint-Sulpice, ho traslocato ad agosto e sono andata a vivere a dieci minuti dalla mia vecchia casa, in un appartamento molto più piccolo in centro.” – disse Irina nel 2011 a Chi l’ha visto? – “Inoltre Matthias ha sempre visto le bambine quanto e come voleva: avevamo stabilito, come tutte le coppie separate, un week-end a testa e, inoltre, lui poteva vederle una sera a settimana, in genere il martedì. Lui le vedeva anche il mercoledì a pranzo, poi io le prendevo la sera. Sono sempre stata molto generosa nei suoi confronti.”
Al Corriere Irina Lucidi raccontò la sua svolta, due anni dopo la scomparsa delle gemelle Alessia e Livia: “Avevo bisogno di andare in un posto dove io ero Irina e non la storia che mi porto addosso”. Così è partita per l’Asia. Indonesia, poi India e poi Hong Kong. “Mi sono detta: sto via finché ne ho voglia, e sono tornata dopo mesi. L’Asia mi ha fatto bene e mi hanno fatto bene i sorrisi splendenti dei tanti bimbi che ho conosciuto. Ho dormito nei villaggi con le famiglie, andavo nelle scuole a insegnare un po’ di inglese agli studenti e loro mi seguivano per le strade, nei musei. Volevano imparare, capire. È stato bellissimo. La prima volta che ho visto una classe di bambini a piedi nudi ricordo che ho pensato a Matthias. I miei pensieri gli hanno detto: quanto sei stato stronzo. Guarda questi bimbi, hanno i sorrisi fino alle orecchie e sono felici eppure non hanno niente e invece tu avevi tutto e l’hai buttato via senza un motivo ed eri ricco, nel Paese più ricco del mondo”
Riguardo quello che è successo ad Alessia e Livia, la loro mamma Irina conserva un barlume di speranza: “è ragionevole pensare che siano state uccise” – disse a Concita De Gregorio – “Però vede, il nulla non basta. Anche se fossero novantanove, le probabilità. Anche se ne restasse una su cento che le mie figlie siano in un luogo del mondo, magari separate, lontanissime, magari in un paese di cui non conoscono la lingua, magari invece accudite in segreto da qualcuno che amano e dunque persino quiete ormai nel loro dolore, persino in qualche modo serene. Ecco. È quell’unica possibilità che devo percorrere.”
Irina Lucidi ancora oggi rappresenta la sfida di una madre che ha deciso di non arrendersi e che sogna un giorno di riabbracciare quelle gemelline, Alessia e Livia Schepp, che le sono state tolte da un giorno all’altro. Proprio per questo la figura della donna è diventato simbolo di molte battaglie che altre famiglie hanno dovuto purtroppo affrontare.