La Chiesa d’Inghilterra ha ribadito che il vino analcolico e il pane senza glutine non possono essere utilizzati per la celebrazione della Santa Comunione. Questa decisione è stata presa in risposta alla richiesta del Reverendo Canonico Alice Kemp, che aveva sollevato la questione al Sinodo Generale, sottolineando l’ingiustizia dell’esclusione di fedeli con intolleranze alimentari o che non possono assumere alcol. Tuttavia, le autorità ecclesiastiche hanno confermato la validità delle regole attuali, affermando che il pane deve essere a base di farina di frumento e il vino deve essere fermentato per poter essere consacrati.

Il Sinodo Generale della Chiesa d’Inghilterra, riunito a Londra, ha discusso la questione dopo che alcuni sacerdoti avevano chiesto un cambiamento delle norme per consentire a più persone di ricevere entrambi gli elementi della Comunione. Secondo le regole canoniche attuali, il vino deve essere il “succo fermentato dell’uva, buono e salutare”, mentre il pane deve essere “di farina di frumento, lievitato o non lievitato, della miglior qualità possibile”. Queste disposizioni hanno lo scopo di mantenere l’integrità del sacramento e rispecchiare la tradizione cristiana.
Il Vescovo di Lichfield, Michael Ipgrave, presidente della Commissione Liturgica della Chiesa, ha spiegato che permettere elementi alternativi significherebbe sovvertire due principi consolidati. La definizione di pane e vino nella Comunione e il concetto che ricevere la Comunione anche in una sola specie è una partecipazione completa al sacramento. Ha inoltre ribadito che i fedeli impossibilitati a consumare il pane o il vino non devono sentirsi esclusi, in quanto si considerano comunque partecipanti per fede al corpo e al sangue di Cristo.
Pur riconoscendo le difficoltà per chi soffre di celiachia o per coloro che non possono assumere alcol, la Chiesa d’Inghilterra ritiene che la normativa vigente già offra soluzioni adeguate. Ad esempio, sono consentite particole prodotte con farina di frumento trattata per ridurre il glutine a livelli minimi, ma non è permesso l’uso di alternative prive di frumento, come quelle a base di riso o tapioca. Allo stesso modo, il vino deve mantenere la sua componente fermentata, escludendo dunque le versioni totalmente analcoliche.
Durante la pandemia di Covid-19, la Chiesa d’Inghilterra aveva introdotto alcune modifiche temporanee, come l’uso di calici individuali invece del tradizionale calice comune, per limitare il rischio di contagio. Tuttavia, questa misura non ha influito sulla sostanza del sacramento. In alternativa alla Comunione, i fedeli possono ricevere una benedizione durante la celebrazione.
Anche la Chiesa Cattolica mantiene una posizione simile. Il Vaticano ha stabilito nel 2017 che le ostie completamente prive di glutine non sono valide per l’Eucaristia, sebbene sia consentito il “mustum”, un succo d’uva con una fermentazione minima, per sacerdoti affetti da alcolismo.