Il Louvre si prepara a una rivoluzione. Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato il trasferimento della celebre Gioconda in una nuova sala espositiva entro il 2031, come parte di un ampio progetto di rinnovamento del museo più visitato al mondo. Con oltre nove milioni di visitatori all’anno, il Louvre soffre di sovraffollamento e infrastrutture obsolete, rendendo necessarie modifiche strutturali e nuove tariffe di ingresso. Questo ha riacceso il dibattito sulla possibilità di un ritorno, anche temporaneo, dell’opera in Italia.
La decisione di spostare la Gioconda risponde a problemi di gestione del flusso turistico: ogni giorno circa 30.000 persone varcano i tornelli del Louvre, con tre quarti di loro che si concentrano sulla celebre opera di Leonardo da Vinci. La visita, spesso caotica, concede ai turisti appena 50 secondi davanti al dipinto. La nuova esposizione mira a garantire una fruizione più adeguata, migliorando anche l’accesso agli altri capolavori della Salle des États, spesso trascurati.
Parallelamente, il progetto prevede la costruzione di un secondo ingresso, che alleggerirà la pressione sull’attuale accesso situato sotto la Piramide di vetro. Il restyling interesserà anche la facciata est del museo, dove verrà creato un nuovo spazio espositivo sotterraneo connesso alla Cour Carré. Un’area verde pubblica verrà realizzata per integrare meglio il museo nel tessuto urbano parigino.
Tuttavia, la notizia dello spostamento della Gioconda ha rinfocolato un vecchio dibattito: l’Italia deve riaverla? Francesca Caruso, assessora alla Cultura della Regione Lombardia, ha lanciato un appello affermando che Milano sarebbe la sede ideale per ospitare temporaneamente l’opera, data la lunga permanenza di Leonardo nella città durante il suo servizio presso Ludovico Sforza. “Siamo pronti ad accoglierla“, ha dichiarato Caruso, sottolineando come il genio di Leonardo appartenga profondamente alla cultura italiana.
L’idea non è nuova. Già in passato l’Italia ha avanzato richieste simili, spesso respinte dalla Francia, che considera la Gioconda un patrimonio inalienabile. Nel 1911 l’opera fu addirittura trafugata dall’italiano Vincenzo Peruggia, convinto che dovesse tornare in patria. La questione si intreccia con problemi più ampi: un documento interno del Louvre, trapelato di recente, ha rivelato che molte aree del museo non sono più impermeabili e soffrono di variazioni di temperatura pericolose per la conservazione delle opere. La stanza attuale della Gioconda necessita di una ristrutturazione da 400 milioni di euro.
Il finanziamento dell’intero progetto, stimato intorno ai 900 milioni di euro, avverrà tramite biglietti, donazioni e sponsorizzazioni. I visitatori extra-UE pagheranno tariffe più alte già dal 2026. Nonostante le sfide, Macron punta a replicare il successo del restauro di Notre-Dame, trasformando il Louvre in un modello di innovazione museale.