Una tragedia che ha scosso l’intera nazione si è consumata a Castel d’Azzano, in provincia di Verona, dove tre carabinieri hanno perso la vita durante un’operazione di sgombero. Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello sono i nomi degli uomini dell’Arma caduti nell’adempimento del dovere, travolti da un’esplosione provocata deliberatamente dai tre fratelli che occupavano l’abitazione. A rendere pubbliche le loro identità è stato il ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha reso “onore alla loro memoria”, sottolineando come abbiano “sacrificato la propria vita compiendo fino all’ultimo il loro dovere al servizio del Paese”.
L’operazione era stata pianificata con estrema attenzione proprio perché considerata ad alto rischio. Non era la prima volta che le forze dell’ordine tentavano di accedere al casolare: già nell’ottobre 2024 e successivamente il 24 novembre dello stesso anno, i tre fratelli – agricoltori e allevatori con gravi problemi finanziari e ipotecari – si erano opposti all’arrivo dell’ufficiale giudiziario saturando l’abitazione con bombole di gas, minacciando di farsi saltare in aria. Proprio per questo motivo, erano stati mobilitati carabinieri dei reparti speciali e agenti dell’Uopi, specializzati in azioni antiterrorismo.
Marco Piffari, 56 anni, era il più esperto del gruppo. Luogotenente con carica speciale, aveva dedicato la maggior parte della sua carriera al Veneto, prestando servizio da 12 anni come comandante della Squadra operativa di supporto del Quarto Battaglione Veneto. La sua specializzazione riguardava la protezione di obiettivi sensibili e il contrasto alla criminalità comune e organizzata. Entrato nell’Arma nel 1987, viveva in provincia di Padova e non aveva figli. Colleghi e superiori lo descrivono come un militare valoroso, solare e sempre disponibile, stimato nelle comunità dove aveva operato.
Valerio Daprà, anch’egli 56enne, era brigadiere capo con qualifica speciale e faceva parte dell’aliquota di primo intervento inviata dal Norm della compagnia di Padova. La sua esperienza e professionalità erano state determinanti in numerose operazioni delicate nel corso degli anni. Come Piffari, aveva dedicato decenni al servizio dell’Arma, costruendo una reputazione di affidabilità e competenza.
Davide Bernardello, il più giovane dei tre con i suoi 36 anni, era carabiniere scelto e rappresentava la nuova generazione di militari specializzati. Anche lui proveniva dal Norm della compagnia di Padova e aveva già maturato una significativa esperienza operativa nonostante la giovane età. La sua perdita rappresenta un vuoto ancora più doloroso per chi lo conosceva, spezzando una carriera che prometteva ulteriori traguardi al servizio dello Stato.
La dinamica dell’esplosione è stata ricostruita dagli inquirenti: quando le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nell’abitazione, aprendo la porta d’ingresso, la deflagrazione è stata immediata. I tre fratelli avevano infatti saturato il casolare di gas e predisposto l’innesco in modo che scattasse all’apertura. L’intera struttura, di due piani, è crollata travolgendo i militari e gli agenti presenti. Nonostante l’intervento immediato dei Vigili del fuoco, per Piffari, Daprà e Bernardello non c’è stato nulla da fare.

Il bilancio dell’esplosione è drammatico: oltre alle tre vittime, si contano 15 feriti tra le forze dell’ordine impegnate nell’operazione. Undici carabinieri sono stati ricoverati in codice rosso, insieme a tre poliziotti e un vigile del fuoco. Al momento del crollo, sul posto erano presenti anche agenti specializzati proprio per gestire situazioni ad alto rischio come questa, ma la violenza della deflagrazione non ha lasciato scampo.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha definito il bilancio “terribile”, spiegando che “al momento dell’accesso forzoso i testimoni raccontano che è stato subito percepibile l’odore del gas e c’è stata la deflagrazione”. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso il suo “profondo cordoglio” telefonando personalmente al Comandante generale dell’Arma, generale Salvatore Luongo, e sottolineando come la vicenda “ci richiama ancora una volta al valore e al sacrificio quotidiano di chi serve lo Stato e i suoi cittadini”.
Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto far sentire la sua vicinanza, dichiarando di aver appreso la notizia “con sconcerto e profondo dolore” ed esprimendo “solidale vicinanza all’Arma dei Carabinieri e sentimenti di partecipe cordoglio ai familiari”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è detto “profondamente addolorato” per quanto accaduto.
Antonio Serpi, segretario generale del Sim, il sindacato dell’Arma dei Carabinieri, ha comunicato in una nota ufficiale: “Il dolore per la perdita dei nostri tre colleghi è profondo e colpisce tutta la famiglia dell’Arma. A nome del Sim Carabinieri esprimo il più sincero cordoglio alle famiglie e un augurio di pronta guarigione ai colleghi feriti”. Il sindacato ha inoltre sottolineato che “di fronte a una simile tragedia, non è il momento delle polemiche né delle strumentalizzazioni, ma del silenzio, del rispetto e della vicinanza concreta”.
All’interno del casolare distrutto, gli investigatori hanno trovato varie bombole di gas e i resti di alcune molotov, elementi che confermano la premeditazione dell’azione da parte dei tre fratelli, ora fermati dalle forze dell’ordine. La loro storia di resistenza agli sgomberi e le minacce reiterate avevano reso necessaria la presenza di reparti speciali, ma la determinazione nell’innescare l’esplosione ha trasformato un’operazione ordinaria in una delle più gravi tragedie recenti per l’Arma dei Carabinieri.