L’identikit del Mostro di Firenze è rimasto nell’immaginario collettivo e nella storia della cronaca nera italiana, perché quegli occhi, quello sguardo sono rimasti impressi in tutti coloro che hanno vissuto in prima persona la psicosi del serial killer che uccise 16 persone, tra gli anni ’70 e ’80, ma anche a coloro che hanno seguito il caso sui media. Tuttavia, non è l’unico identikit che è stato rilasciato in quegli anni, perché ne sono stati rilasciati quattro in tutto, di cui parleremo in questo articolo, tutti legati a storie e testimonianze di rilievo.
Il primo identikit, del 1982, il più conosciuto
Il primo identikit del Mostro di Firenze uscì nell’ottobre del 1982 e raffigurava un uomo stempiato, dai capelli scuri, sui 50 anni, con occhi grandi e sopracciglia folte, mento appuntito. Il volto del serial killer fu disegnato subito dopo il duplice omicidio di Stefano Baldi e Susanna Cambi, sulla testimonianza di due fidanzati, Giampaolo Tozzini e Rossella Parisi che la notte dell’omicidio notarono in zona un uomo alla guida di un’auto rossa che procedeva a velocità sostenuta. Questo identikit è il più conosciuto ed è stato pubblicato più volte dai giornali negli anni a seguire, nonostante la testimonianza dei due fidanzati fosse da prendere con le pinze.
Il ritratto fu disegnato da Giovanni Simpatia, un professionista. Tozzini e Parisi dichiararono che la notte dell’omicidio stavano percorrendo via Mascagni a Calenzano con la loro auto, quando si imbatterono in un’altra vettura che viaggiava a tutta velocità, con un uomo alla guida.
Il secondo identikit, del 1984: l’uomo che fissava le due vittime
Il secondo identikit del Mostro di Firenze fu disegnato nel 1984, sulla testimonianza di Baldo Bardazzi e di suo padre Pietro, gestori della tavola calda La Torre, a Torre di Borgo San Lorenzo, 48 ore dopo il duplice omicidio di Pia Rontini e Claudio Stefanacci. Il ritratto raffigura un uomo che entrò nel locale lo stesso pomeriggio in cui c’erano anche i due ragazzi. L’uomo ordinò una birra e si mise fissare Claudio e Pia in modo insistente, morboso e inquietante. Secondo i Baldazzi, lo sconosciuto era sui 45 anni, alto 175 circa, stempiato, con capelli biondo rossicci, occhi castani, carnagione molto chiara, rosea, ben vestito. “Appena entrato, l’individuo nell’uscire fuori con la birra, rivolgendo uno sguardo in direzione dei ragazzi, ebbe come un moto di stizza o di rabbia, cioè contrasse gli occhi e digrignò la bocca, mostrando appena i denti.” e aggiunse “Notai il fatto che lo sconosciuto impiegò quasi mezz’ora a bere mezzo bicchiere di birra e poi bevve l’altra metà d’un colpo appena i ragazzi si alzarono per andar via”.
La cosa più sconcertante è che si tratta di un individuo che corrispondeva alla stessa descrizione di un uomo notato anche al bar La Nuova Spiaggia di Vicchio, dove lavorava Pia Rontini. Una persona che tra l’altro aveva gli stessi atteggiamenti molesti e inquietanti. Un uomo simile, inoltre, fu notato due settimane prima dell’omicidio a pochi metri dal luogo in cui saranno uccisi i due giovani. L’uomo, secondo una testimone, “guardava le persone che pescavano o prendevano il sole”. Appena si accorse di essere osservato, andò via. Il “rosso”, dopo queste segnalazioni, sparì misteriosamente nel nulla.
Il terzo identikit, del 1985: lo sconosciuto che si aggirava nella zona degli Scopeti
Il terzo identikit del serial killer italiano fu realizzato nel 1985 dal Reparto operativo dei Carabinieri del Nucleo Operativo di Firenze e fu realizzato sulle basi di una testimonianza di Giovanni U. che disse di aver visto un uomo alto circa 1.80, sui quarant’anni, e con i capelli castano rossicci, che nel tardo pomeriggio del 6 settembre si aggirava nei paraggi della piazzola degli Scopeti, dove furono uccisi i due turisti francesi, Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot. L’identikit in questione raffigura un uomo con i capelli folti, anche se stempiato e dalle folte soporacciglia.
Anni dopo Baldo Bardazzi vide questo identikit e non seppe dire se effettivamente somigliava all’uomo che aveva visto nel suo locale, perché erano passati molti anni. A OkMugello Bardazzi disse “Il viso era quello ma più tondo, i capelli erano rasati. Più o meno la persona che vidi io era molto simile a quello dell’identikit che feci nel 1984, ma anche a questo ultimo che mi viene mostrato. Non posso essere più preciso visti gli anni passati”
Il quarto identikit, del 1985: un profilo inattendibile
Il quarto identikit del mostro raffigura un uomo a mezzobusto, ritratto di profilo, un po’ stempiato, con il naso aquilino e con indosso una giacca di foggia militare, fu inviato il 12 settembree a tre quotidiani, con una lettera anonima. Come scrive il blog Insufficienza di Prove, in tale lettera un uomo – che si presentò come “disegnatore e pittore di ritratti” – raccontava di aver avvistato questo sconosciuto l’8 settembre 1985 sulla piazzola degli Scopeti, mentre rientrava a casa con sua moglie. L’uomo in questione – secondo la testimonianza – osservava la tenda dei due francesi e quando si è reso conto che qualcuno lo stava guardando, si allontanò inoltrandosi tra i cespugli.
L’identikit fu pubblicato il 21 settembre 1985, ma qyalche giorno dopo fu smentito dalla Procura di Firenze, perché l’uomo che aveva inviato lettera e ritratto risultava inaffidabile. Il soggetto dell’identikit infatti, fu facilmente identificato in un uomo di nome Fosco, soprannominato “Seghe Seghe” che era un guardone. Lo stesso Fosco fu intervistato da Rai1 per un servizio di approfondimento su Pietro Pacciani che fu realizato nella zona di San Casciano e che potete vedere qui sotto. Alle domande del giornalista però, Fosco risponde omertosamente, dichiarando che non sa nulla su Pacciano e sul caso del serial killer, perché lui sul giornale “guarda solo le figure”
L’identità del Mostro di Firenze non è mai stata accertata con certezza, nonostante le accuse a Pietro Pacciani e numerosi sospetti e piste investigative seguite negli anni. Di recente è stato annunciato che Netflix produrrà una serie televisiva sui delitti.