Sono state concitate le ultime ore negli States, dov’è attesa nei prossimi giorni la sentenza della Corte Suprema sulla questione aborto.
Secondo quanto rivelato dal sito Bloomberg, la Corte Suprema si è espressa a favore dell’interruzione volontaria di gravidanza in Idaho, in caso di emergenza. Il problema è che la sentenza è stata pubblicata sul sito con netto anticipo rispetto alla data prevista. Un errore senza precedenti, poi corretto con la rimozione del documento, come ha spiegato la portavoce Patricia McCabe:
“La sezione che si occupa delle pubblicazioni ha inavvertitamente e per pochissimo tempo pubblicato un documento. Il parere della Corte verrà pubblicato a tempo debito“.
Tanto è bastato, però, per far capire che i giudici si siano espressi a favore dell’aborto d’emergenza, con 6 voti positivi e 3 contrari.
La decisione finale, che dovrebbe essere a questo punto ufficializzata a fine giugno, potrebbe essere leggermente diversa da quella pubblicata per errore. Tuttavia, pone fine a un contenzioso aspro. Una disputa legale, con ripercussioni enormi sulla società americana e sulla vita delle donne, iniziata nel giugno del 2022.
Cosa successe allora? La Corte Suprema decise di sostenere la richiesta dell’Idaho di far valere la sua legge statale sull’aborto, estremamente restrittiva, rispetto all’Emergency Medical Treatment and Labour Act, una legge federale del 1986 che obbligava gli ospedali a offrire un trattamento stabilizzante, compreso l’aborto, a qualsiasi paziente in condizione di emergenza.
A questo seguirono manifestazioni di piazza e una generale ondata di sdegno, legata anche al fatto che altri stati avrebbero potuto seguire la strada dell’Idaho. Limitando l’accesso all’aborto o addirittura vietandolo.
Quanto è restrittiva la legge sull’aborto in Idaho? L’Idaho vieta l’IVG dopo la sesta settimana. Le ragazze minorenni, poi, non possono viaggiare fuori dallo stato, per un’interruzione di gravidanza, senza il consenso dei genitori. Si considera l’aborto, infine, solo se necessario “per prevenire la morte della donna incinta”. O in caso di stupro o incesto. Non si fa riferimento alla salute della donna.
Ora, il passo indietro: via libera agli aborti in caso d’emergenza. Ovvero, nel caso l’intervento di interruzione volontaria di gravidanza si renda necessario per tutelare la salute della madre.
La Corte Suprema si esprimerà a giorni. E lo farà anche sull’accesso al Mifepristone, il farmaco utilizzato per interrompere le gravidanze.