La patrimoniale è tornata al centro del dibattito politico italiano dopo l’annuncio dello sciopero generale della Cgil per il 12 dicembre contro la Manovra 2026. Il segretario Maurizio Landini ha proposto un contributo di solidarietà che ha riacceso lo scontro tra governo e opposizioni, riportando l’attenzione su uno degli strumenti fiscali più controversi e temuti dai cittadini.
Ma cos’è esattamente una patrimoniale? Si tratta di un’imposta che colpisce il patrimonio, sia mobile che immobile: denaro, case, azioni e obbligazioni. Può riguardare sia persone fisiche che giuridiche ed è considerata una sorta di interruttore che lo Stato ha a disposizione per far fronte a emergenze eccezionali, come conflitti bellici o catastrofi economiche.
Esistono due forme principali di questa imposta. La patrimoniale periodica è un prelievo che si paga ogni anno sul valore dei beni, come l’Imu sulle case o il bollo sui conti titoli. In Italia, dunque, esistono già diverse forme di patrimoniale. La patrimoniale straordinaria, invece, è un prelievo eccezionale che lo Stato può introdurre in momenti di crisi o emergenza per raccogliere fondi rapidamente, e solitamente riguarda solo i patrimoni più elevati.
L’imposta può essere fissa o variabile: nel primo caso viene versata indistintamente da tutti i contribuenti per lo stesso importo, nel secondo varia in funzione del patrimonio posseduto. A differenza di una tassa, non è collegata a un servizio specifico reso dallo Stato o dagli enti pubblici, ma si tratta di un prelievo mirato a redistribuire la ricchezza attraverso politiche sociali.

La proposta della Cgil prevede un contributo di solidarietà dell’1,3% sui patrimoni netti superiori a 2 milioni di euro. Secondo Landini, questo prelievo riguarderebbe solo l’1% degli italiani, circa 500mila persone, e garantirebbe un gettito annuo di 26 miliardi di euro da investire nella sanità, nelle politiche abitative, nella non autosufficienza e per aumentare gli stipendi. L’imposta, secondo il sindacato, diventerebbe strutturale e non temporanea.
Il dibattito si estende anche a livello europeo. In Ue, dove fisco e tasse restano appannaggio dei singoli Stati, l’Osservatorio fiscale europeo ha raccomandato in uno studio dello scorso marzo un prelievo tra il 2% e il 3% per patrimoni sopra i 100 milioni o un miliardo di euro. Lo studio calcola che un’imposta del 2% porterebbe nelle casse europee circa 67 miliardi di euro.
In Europa, Spagna e Norvegia sono i due Paesi ad aver introdotto la tassa patrimoniale. In Spagna l’imposta è nata con l’emergenza energetica scoppiata dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ma dal 2023 il prelievo da temporaneo è diventato strutturale. Prevede un’aliquota progressiva dall’1,7% su patrimoni netti da 3 milioni di euro e arriva al 3,5% oltre i 10 milioni, anche se sono previste molte esenzioni.
In Norvegia la tassazione sui patrimoni risale addirittura al 1892. Oggi sopra i 150mila euro il prelievo è dell’1,1%. Questa imposizione ha provocato la fuga di molti milionari che hanno scelto di trasferirsi in Svizzera per evitare il prelievo fiscale.
Chi sostiene la patrimoniale la considera uno strumento di giustizia sociale: in tempi di crisi viene chiesto un sacrificio straordinario a chi è più ricco per aiutare chi è più povero ad andare avanti. Per i contrari, invece, si tratta di un’imposta ingiusta perché tassa una seconda volta il patrimonio che è stato accumulato attraverso redditi già assoggettati a prelievo fiscale.
Come spiega la Cgia di Mestre, le imposte patrimoniali che già gravano sui cittadini italiani garantiscono alle casse dello Stato quasi 50 miliardi di euro l’anno, precisamente 49,8 miliardi.
Le principali sono l’Imu-Tasi con un gettito nel 2022 pari a 22,7 miliardi di euro, l’imposta di bollo con 7,7 miliardi, il bollo auto con 7,2 miliardi, l’imposta di registro e sostitutiva con 6,2 miliardi, il canone Rai-Tv con 1,9 miliardi, l’imposta ipotecaria con 1,8 miliardi, l’imposta sulle successioni e donazioni con 1 miliardo, i diritti catastali con 727 milioni di euro, l’imposta sulle transazioni finanziarie con 461 milioni e l’imposta su imbarcazioni e aeromobili con 1 milione.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta con un messaggio su X riaffermando la linea del governo di non introdurre alcuna nuova imposta che colpisca i patrimoni privati o il risparmio degli italiani. “Le patrimoniali ricompaiono ciclicamente nelle proposte della sinistra. Con la destra al governo non vedranno mai la luce“, ha scritto la premier, chiudendo ogni possibilità di discussione sul tema da parte dell’esecutivo.



