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Home » Attualità » Perché il presidente della Repubblica Sergio Mattarella celebra il 25 aprile a Genova?

Perché il presidente della Repubblica Sergio Mattarella celebra il 25 aprile a Genova?

Genova è stata una delle città chiave nella vittoria dei Partigiani sulle truppe nazifasciste. Ecco perché.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino25 Aprile 2025
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Immagine di Genova il 25 aprile 1945
Immagine di Genova il 25 aprile 1945 (fonte: Genova Today)
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Una scelta simbolica, dal significato profondo. Il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ha scelto di celebrare gli 80 anni della Liberazione a Genova perché nel capoluogo ligure, il 25 aprile del 1945, fu firmato l’atto di resa delle truppe tedesche. Il documento venne siglato alle 19:30 a villa Migone. Fu l’unico caso europeo in cui un intero dispositivo militare tedesco si arrese alle forze della Resistenza. Ben prima dell’arrivo degli alleati. Genova, inoltre, è città medaglia d’oro al valor militare.

Il 24 aprile del ’45, si tenne la cruenta battaglia di piazza De Ferrari che poi portò alla sconfitta dei nazisti. Tutti i cittadini erano in rivolta e armati, sull’onda di una fierezza che non riuscivano a nascondere.

Come riportato da Genova Today, Taviani raccontò quelle ore terribili e meravigliose al contempo in “Breve storia dell’insurrezione di Genova”, che si trova negli archivi del Ministero dell’Interno:

“Le truppe tedesche, nell’aprile – ricorda – erano ancora bene armate e, per quanto lo spirito non fosse più quello degli anni trascorsi, i loro ufficiali non concepivano neppure la possibilità di dover scendere a patti con dei borghesi e dei popolani in armi. Invece fu questo il risultato a cui si giunse, dopo due giornate di vivacissima lotta. La sera del lunedì 23 aprile, le autorità fasciste fuggivano dalla città. Il generale germanico Meinhold faceva sapere al Cardinale Arcivescovo che le truppe tedesche avrebbero abbandonato la città e la provincia in quattro giorni, che non l’avrebbero distrutta, se non in qualche impianto bellico, purché avessero potuto attuare indisturbati i loro movimenti.

Chiamato dal Vescovo Mons. Siri per ricevere questa comunicazione – continua Taviani – io gli feci subito presente che il Comitato di Liberazione non avrebbe potuto accettare alcuna formula di trattative con i tedeschi, poiché troppi esempi scottanti si avevano della malafede nazista“.

Atto di resa delle truppe tedesche, Genova, 25 aprile 1945
Atto di resa delle truppe tedesche, Genova, 25 aprile 1945 (fonte: Musei di Genova)

Le trattative furono aspre, ma al termine di ore convulse lo stesso generale Meinhold – a capo del comando generale tedesco dell’intera area genovese – espresse desiderio di trattare con il Comitato di liberazione nazionale. Il confronto si svolse a San Fruttuoso, dalle 15 alle 20 e che si conclusero con la resa. Le perdite furono immani tra le file dei resistenti, ma la vittoria certa. “Popolo genovese, esulta! È finalmente giunta l’ora tanto attesa della liberazione“. Con queste parole, il mattino del 26 aprile, Paolo Emilio Taviani, tra i capi del movimento partigiano in Liguria, membro dell’Assemblea costituente e poi più volte ministro, annunciò la vittoria in radio.

La visita di Mattarella a Genova ha subito una modifica rispetto a quanto previsto dal programma, e una contrazione dei tempi, per permettere al nostro Capo di Stato di tornare a Roma per tempi e accogliere i premier stranieri che domani parteciperanno al funerale di Papa Francesco.

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