La Corte d’appello dello Stato di New York ha annullato la condanna a 23 anni di prigione all’ex produttore, Harvey Weinstein, sancita nel 2020 per reati sessuali, per motivi formali. Secondo l’organismo, infatti, l’uomo non ha ricevuto un processo giusto. Questo perché il giudice del processo che ha presieduto il caso, James M. Burke, ha consentito ai pubblici ministeri di chiamare come testimoni una serie di donne le cui accuse non facevano parte dell’impianto istruttorio nei confronti dell’uomo. Se il procuratore di New York Alvin Bragg lo considerasse possibile, ci sarà, dunque, un nuovo processo per l’ex capo di Miramax. Che succede ora? Harvey Weinstein sarà spedito in California per scontare la pena comminata in un altro processo per stupro. Su Weinstein, infatti, pesa ancora una condanna a 16 anni emessa dal tribunale di Los Angeles nel 2022.
News Analysis: The overturning of Harvey Weinstein’s New York sex crimes conviction on Thursday morning may feel like a shocking reversal, but the criminal case against him has been fragile since the day it was filed. https://t.co/DHLzzUu3mu
— The New York Times (@nytimes) April 25, 2024
Fin qui la notizia, proviamo a entrare nel dettaglio. Innanzitutto, il movimento #meetoo non finisce e non si tratta (in senso stretto) di un errore giudiziario nei confronti di un innocente, come visto. Quanto deciso oggi è legato alla procedura penale americana. Nel 2020, infatti, tra i testimoni del processo Weinstein figurarono tre donne, Lauren Young e due altre donne, Dawn Dunning e Tarale Wulff, che parlarono delle malefatte di Weinstein in altre circostanze. L’accusa procedette in tal senso per dimostrare lo schema comportamentale di Weinstein.
Oggi, però, la Corte, che ha agito tramite un collegio di giudici, composto a maggioranza da donne, ha stabilito che l’accusato ha diritto a rispondere solo del crimine per il quale è stato incriminato. Un cavillo, non proprio piccolo, a cui i legali di Weinstein si sono agganciati per ottenere questo risultato comunque importante.
Le reazioni
Dalla procura di New York fanno sapere che faranno un nuovo tentativo di apertura del processo, rimanendo fermi nell’impegno di tutela nei confronti delle vittime. Ricordiamo che oltre cento donne hanno accusato nel 2018 il tycoon di reati a sfondo sessuale. Tutte le loro storie hanno contribuito a creare quel grande movimento d’opinione che è il #meetoo. Proprio una di loro, la modella Ambra Battilana Gutierrez, che accusò Weinstein di molestie, ha detto: “Se il pubblico ministero ha preso in seria considerazione il mio caso nel 2015 non saremmo qui. Questo è un fallimento per il sistema giudiziario“.
Durissima anche la giudice Madeline Singas secondo cui la decisione della corte renderà più difficile per le donne la ricerca di giustizia: “Gli uomini che esercitano il loro potere sulle donne più deboli, trarranno beneficio dalla decisione di oggi“.
Per Arthur Aidala, legale di Weinstein, la corte ha sostenuto uno dei principi giuridici essenziali. Ovvero che tutti hanno diritto a un processo giusto.