La filetteria italiana è stata accusata di frode da Le Iene. L’inchiesta ha gettato un’ombra sulle prelibatezze, accusando la catena di spacciare carne di cavallo e manzo per carni esotiche, come cammello, struzzo, zebra, bisonte, canguro, daino e cervo, tra le pietanze più rinomate del ristorante. ll fondatore della catena, Edoardo Maggiori, è stato successivamente intervistato e ha risposto alle accuse affermando che le avrebbe verificate. La catena non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in risposta alle accuse. Tuttavia, la serata si è conclusa con l’intervento dei Nas, che hanno prelevato campioni di carne per ulteriori analisi.
@sevesomanager Un’accusa pesante, quella delle @leieneitaliaofficial alla Filetteria Italiana 😳 Accusa di frode alimentare per aver sostituito le carni esoriche con quelle di manzo e cavallo. 🐎🐄 Ovviamente, per quanto conosciamo la serietà del programma televisivo, non possiamo in questo momento prendere parti a giudizio; ci penseranno gli organi competenti. Personalmente posso dire di essermi sempre trovato bene nei loro locali; questo non tolgie che la serietà verso i clienti deve essere alla base di ogni ristoratore. Scrivimi su instagram se devi aprire un locale a Milano 😎 #lafiletteriaitaliana #leieneshow #frodealimentare #ristoranti ♬ All Eyes on Me – Dj Belite
L’inchiesta è partita dalla denuncia di una ex dipendente, il cui volto e voce sono stati alterati per mantenere l’anonimato. Le Iene hanno confermato i sospetti con analisi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, rivelando che i filetti di zebra, bisonte e cammello erano, in realtà, di origine equina e bovina.
Durante una visita incognita a uno dei ristoranti, l’inviata ha ordinato gli stessi filetti oggetto delle analisi e ha richiesto la tracciabilità della carne. I dubbi sono stati espressi al responsabile del locale.
Il reportage, intitolato “L’inganno della carne esotica”, svela presunte frodi ai danni dei clienti, accusando la catena di sostituire carni esotiche con carne di manzo e cavallo. La segnalazione parte da una presunta ex dipendente, che afferma che nei ristoranti della catena si servirebbero regolarmente carni comuni al posto di quelle esotiche, vendute a prezzi notevoli, fino a 30 o 40 euro.
Per verificare queste affermazioni, l’inviata Veronica Ruggeri ha acquistato da asporto, da tre diversi ristoranti della catena, carne cruda venduta come cammello, bisonte e zebra. Questi campioni sono stati successivamente analizzati presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna per determinare la loro origine tramite il DNA.
I risultati delle analisi avrebbero rivelato che la carne venduta come cammello e bisonte era, in realtà, carne di cavallo, mentre la zebra si sarebbe rivelata essere carne di manzo ordinario. La notizia è stata comunicata al proprietario della catena, che ha annunciato controlli più rigorosi sulla provenienza della carne nei suoi ristoranti. Il servizio si è concluso con l’intervento dei Nas, i quali hanno prelevato campioni di carne dai piatti dei clienti per ulteriori analisi.
Da un punto di vista legale, l’inchiesta potrebbe configurarsi come frode in commercio o contraffazione, poiché i prodotti sostituiti sarebbero di diversa natura rispetto a quanto dichiarato. Resta da vedere come la situazione si svilupperà e quali saranno le conseguenze legali per La Filetteria Italiana.