La quarta stagione di Emily in Paris è stata “benedetta” da un cameo particolarmente importante. Soprattutto per quanto riguarda la cultura francese. In un episodio della seconda parte, infatti, fa la sua apparizione niente meno che Brigitte Macron, la première dame. La padrona di casa dell’Eliseo, infatti, interpreta se stessa all’interno di un ristorante. Qui si trova anche Emily con la nuova arrivata dell’agenzia, Geneviève. Dopo un’iniziale esitazione, dunque, l’americana decide di alzarsi e salutare la première dame. D’altronde, stando alla prima stagione della serie, Brigitte è una fan della pagina Instagram di Emily.
Giovane esperta di marketing di Chicago appena arrivata nella capitale francese, Cooper si distingue sui social media grazie ad un post diventato virale perché ricondiviso nientemeno che da Carla Bruni e Brigitte Macron, due delle donne più in vista del Paese. In una delle scene, poi, la moglie di Emmanuel Macron appare di quinta mentre è intenta a condividere col suo smartphone le considerazioni della protagonista.
Da quelle fasi iniziali lo show ha avuto un successo incredibile e la stessa Brigitte si è dichiarata fan accanita della serie. Per questo motivo, dunque, non stupisce la sua decisione di apparire in un cameo. Un entusiasmo, il suo, riportato dalla stessa Lily Collins. L’attrice, infatti, ha dichiarato al The Late Show di Stephen Colbert di aver incontrato la first lady durante le riprese della terza stagione e di aver scoperto in lei una grande sostenitrice. E questo nonostante gli stereotipi culturali con cui viene dipinta la città di Parigi.
Altrettanto felici, però, non sembrano apparire gli abitanti del quinto arrondissement , che cominciano ad essere innervositi dal ritorno delle riprese e, soprattutto, dei lunghi preparativi del set che coinvolge tutto il quartiere. Alcuni si sono detti “infastiditi” dai preparativi e non sono mancate scritte sui muri degli edifici che invitavano ad andarsene: “Emily, vattene da qui, Paris Sud non è tua“, “Emily non è la benvenuta“. Che la magia del cinema non sia poi così irresistibile quando intralcia la vita quotidiana?