Poche ore dopo il fattaccio, le prime notizie parlavano dei gioielli di Napoleone, trafugati dal Louvre. Non è del tutto esatto perché a essere rubati sono i gioielli appartenuti all’imperatore dei francesi Napoleone III, nipote di Napoleone Bonaparte. Ma quali sono, nel dettaglio, queste opere inestimabili portate via?
Esse appartengono alla collezione dei Bijoux Napoléon e dei Bijoux des Souveraines. Tra i pezzi trafugati figurano la corona dell’imperatrice Eugenia, ritrovata danneggiata assieme a un’altra spilla nei pressi del museo, il diadema di perle e diamanti, la spilla reliquiario con i diamanti del Cardinal Mazarino, e preziose parure di zaffiri e smeraldi.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Stefano Papi, esperto internazionale di gioielli storici e già direttore dei gioielli di Sotheby’s a Londra negli anni ’90, ha seguito personalmente la vendita all’asta di molti di questi tesori nel corso della sua carriera: “Sono stati rubati gioielli di valore inestimabile, irripetibili. E non è servita la lezione dell’ultimo furto di gioielli reali, quello di Dresda in cui è stato trafugato il Verde di Dresda, la gemma del Toson d’oro“.
La corona dell’imperatrice Eugenia rappresenta uno dei pezzi più significativi del bottino. Realizzata nel 1855 dal gioielliere Lemonnier, questa corona chiusa con aquile e diamanti fu creata utilizzando 102 brillanti per un valore di 32 carati che l’imperatore Napoleone III conferì personalmente al gioielliere. Questi diamanti provenivano da gioielli precedentemente appartenenti al Tesoro Reale di Francia. Il gioielliere dovette aggiungere altri diamanti, che insieme all’oro e agli smeraldi permisero di completare quest’opera straordinaria, custodita per secoli nel suo cofanetto originale che ne ricalcava perfettamente la sagoma.
Il diadema dell’imperatrice Eugenia costituisce forse il tesoro più prezioso tra quelli sottratti. Battuto all’asta nel 1992 per 1 milione di franchi svizzeri. Il gioiello andò ai principi Thurn und Taxis. Pare che la principessa Gloria Thurn und Taxis lo indossò al suo matrimonio nel 1980 insieme alla spilla in perle e diamanti. Successivamente, entrambi i manufatti tornarono in Francia grazie all’interessamento degli amici del Louvre.
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Tra i pezzi rubati figura anche la spilla reliquiario in diamanti creata per l’imperatrice Eugenia. Questo gioiello straordinario incorpora i diamanti che il Cardinal Mazarino aveva collezionato e che alla sua morte passarono al re di Francia. La spilla si salvò dalla grande vendita all’asta del 1887 proprio perché considerata un oggetto sacro.
Già, l’asta del 1887. Fu un evento importante nella storia artistica (ma anche politica) francese. In quell’occasione, infatti, il governo decise di metterli in vendita per liberarsi di preziosi dal significato troppo ingombrante, legato a doppio filo alla monarchia. Tiffany che se ne assicurò una parte significativa. Nel corso dei decenni successivi, molti di questi gioielli tornarono al Louvre attraverso vari passaggi di proprietà, spesso acquistati in ultima analisi dagli amici del Louvre perché il museo potesse nuovamente esporli.
I gioielli napoleonici furono realizzati attingendo, dopo la Rivoluzione francese, al patrimonio di gemme e gioielli della corona di Francia. Questo spiega perché quando si parla del furto al Louvre si fa riferimento sia a gioielli napoleonici che a gioielli dei re di Francia: sono in realtà le stesse pietre e gli stessi diamanti, rimontati e riadattati per celebrare il nuovo impero.
Tra gli altri tesori trafugati potrebbero esserci il Grande fiocco di diamanti dell’imperatrice Eugenia, le perle a goccia di Joséphine (Giuseppina), prima moglie di Napoleone, che passarono al figlio e quindi alla figlia del re di Baviera, e il collier con la parure di zaffiri di Marie-Amélie, sposa di Louis-Philippe I, re di Francia tra il 1830 e il 1848. Quest’ultima parure, composta da diadema, collana, orecchini e due spille, rappresenta un trionfo di diamanti e zaffiri. È stata inoltre rubata la parure della madre di Napoleone III, con 8 zaffiri e 631 diamanti.
Il diadema della duchessa d’Angouleme in smeraldi e diamanti per anni era stato in prestito al Victoria & Albert Museum di Londra. Si tratta degli smeraldi e dei diamanti che Napoleone regalò alla moglie Maria Luisa per la nascita dell’erede. Negli anni questi gioielli erano finiti in mano dell’arciduca Karl Albert d’Asburgo, poi furono acquistati da Van Cleef prima di tornare al Louvre.