Un’inaspettata relazione tra l’Italia e il Sudamerica sta caratterizzando le elezioni presidenziali cilene del prossimo 16 novembre. Il volto di Raffaella Carrà, la più importante showgirl italiana scomparsa nel 2021, è diventato il simbolo della campagna elettorale di Jeannette Jara, candidata di sinistra sostenuta dal Partito Comunista cileno.
Per le strade di Santiago sono apparsi manifesti rossi che ritraggono una giovane Carrà in bianco e nero, accompagnati dalla scritta “Siempre voto comunista” e, in italiano, “una di noi”. Un fenomeno che ha radici profonde nella storia politica e culturale dell’artista.

L’iniziativa è nata spontaneamente da una cartoleria del centro di Santiago, appena due giorni dopo la vittoria di Jara alle primarie della sinistra. Il proprietario, Cesar Padilla, ha spiegato che la decisione aveva uno scopo preciso: rispondere alle voci secondo cui la candidata stesse considerando di allontanarsi dal Partito Comunista per conquistare l’elettorato moderato. Padilla ha spiegato:
“Volevamo mandare un messaggio chiaro. Essere comunisti non rappresenta motivo di vergogna. Raffaella ne è l’esempio perfetto: non ha mai nascosto le sue convinzioni politiche, anzi ne ha fatto una bandiera“.
La frase che campeggia sui manifesti cileni non è casuale. Risale a una storica intervista concessa nel 1977 alla rivista spagnola Interviú, dove la cantante affermò senza mezzi termini di votare sempre per il Partito Comunista. Una dichiarazione che negli anni Settanta, in piena Guerra Fredda, in un’Italia dominata dalla Democrazia Cristiana, rappresentava una presa di posizione coraggiosa e netta.
L’artista emiliana non si limitò mai al solo intrattenimento. Durante la sua carriera, si distinse per posizioni progressiste su temi sociali e diritti civili, diventando una delle prime personalità pubbliche a sostenere apertamente la comunità LGBTQ+, di cui è regina assoluta. Questi valori le garantirono un seguito particolare in Sud America, dove i suoi programmi televisivi e le sue canzoni accompagnarono intere generazioni.
In Cile, la figura della Carrà assume significati ancora più profondi. Durante gli anni bui della dittatura di Pinochet (1973-1990), l’artista italiana rappresentava un simbolo di libertà e apertura mentale. I suoi spettacoli televisivi portavano messaggi di inclusività e gioia in un periodo storico caratterizzato da repressione e censura.