Rita Mango, nata nel 1982, è la ex moglie del criminale Valerio Nappello, da tutti considerato il ras del clan Lo Russo, ed è accusata dell’omicidio del suo amante Nicola Picone, di 10 anni più giovane. Attualmente la “mantide” di Miano, come è stata definita dalla stampa, sta scontando una pena a 24 anni e sei mesi di carcere per aver ucciso Picone, freddato con sei colpi di pistola in un’area di servizio di Aversa, nella notte tra il 18 e il 19 ottobre del 2018. Lei tuttavia, pur ammettendo la relazione con Picone, si è sempre proclamata innocente, in merito al suo omicidio e ha detto che il rapporto tra lei e Nicola era stato avviato quando entrambi si erano separati dai rispettivi coniugi.
La Mango è la rappresentante di una delle famiglie criminali più note di Miano, quartiere della periferia nord di Napoli. Il suo soprannome, la mohicana, è legato a quello del fratello Luigi Mango, che apparteneva al commando dei mohicani, appunto. Un gruppo particolarmente violento, legato a Nappello, noto per l’agguato alla boss Maria Licciardi.
La relazione tra Mango e Picone, dunque, è nata e cresciuta in un ambiente poco incline al romanticismo, tuttavia, per quanto i diretti interessati fossero legati dalla passione, era considerato un rapporto a tempo. Proprio Picone, a sua volta sposato, aveva deciso di troncare la relazione, scatenando la furia di Rita Mango. L’omicidio di Nicola Picone, però, sarebbe stato causato anche da questioni squisitamente economiche.
Nicola Picone, originario di Teverola, detto ‘o minorenne, affiliato al clan Schiavone, gestiva un autonoleggio per la famiglia Mango. E in più di un’occasione avrebbe sottratto alla società dei soldi, impiegandoli in altre attività illecite o trattenendoli per sé. Così dopo aver attirato il ragazzo con una serie di messaggi trappola riguardanti una presunta gravidanza, la donna ha incontrato l’amante, uccidendolo a sangue freddo.
Dopo l’omicidio, Rita Mango si è dileguata, ma la sua latitanza è durata quasi due anni. E si è conclusa nel febbraio 2020 quando la donna è stata intercettata e arrestata nella casa dei genitori a Miano. Alla donna non sono state riconosciute le aggravanti per l’omicidio di Nicola Picon e per questo non è stata punita con l’ergastolo.