Rosa Peral oggi si trova nel carcere di Mas d’Enric, a Tarragona dove sta scontando una condanna a 25 anni per l’omicidio del suo compagno, Pedro Rodríguez e ha rilasciato delle interviste in merito alle due serie Netflix su di lei, “In fiamme” e “Il caso Rosa Peral”. In merito a questo, le autorità hanno aperto un fascicolo su di lei, e potrebbero sanzionarla perché avrebbe trasgredito al regolamento in merito alle telefonate e comunicazioni con l’esterno, per i detenuti. Per il resto, la donna dice che vede poco le sue figlie e le è concesso di parlare con loro al telefono per pochi minuti. Studia legge in prigione, continua a professarsi innocente e ribadisce che la pressione mediatica a lei riservata sia maggiore rispetto agli altri due personaggi coinvolti nel caso del Crimine della guardia urbana, per una questione di misoginia. “Mi hanno fatta passare per una manipolatrice”
Nelle controverse e numerose interviste rilasciate nei giorni scorsi, Peral ha attaccato Ursula Corbero che la interpreta nella serie In Fiamme. Corbero, già star de La casa di carta, in un’intervista aveva definito Peral “una donna insicura, tossica, non normale”. Questo ha fatto arrabbiare l’ex poliziotta spagnola, che ha replicato: “La protagonista della serie ha detto che ha avuto difficoltà ad interpretare il ruolo perché era molto tossico. “Dove sarei stata giudicata tossica o meno? Non esiste una sentenza in cui io sia stata giudicata tossica o non tossica”
Come riportato da ABC Play, riguardo la condanna che sta scontando in carcere, Peral ribadisce la sua innocenza: “Non ho ucciso Pedro. L’ho detto mille volte e continuerò a ripeterlo. Non smetterò di lottare per qualcosa che non considero giusto. La sentenza non è giusta. Mi sembra surreale essere stata condannata per omicidio quando non si sa nemmeno come sia avvenuta la morte”. Il suo rimpianto, ha spiegato, è di aver coperto Albert López e di non essersi rivolta prima alla polizia, ma dice che non si fidava, nonostante lei stessa fosse una poliziotta.
Ricordiamo che nel 2017 Rosa Peral, agente di polizia e madre di due figlie, fu incriminata insieme a Albert López, un suo collega e amante, per l’omicidio del compagno di lei, Pedro Rodríguez, anche lui agente di polizia. Quest’ultimo era stato ucciso e poi il suo corpo, occultato in un’auto, era stato dato alle fiamme. Durante il processo si erano accusati a vicenda dell’omicidio di Rodriguez.
Rosa Peral in questi giorni ha accusato i media di trarre costantemente profitto dalla sua vicenda: “Hanno pubblicato libri, mandato in onda programmi, serie, tutto, hanno guadagnato a mie spese, ma io non ho ricevuto neanche un euro”. Un processo mediatico che avrebbe evitato, anche perché le sue figlie “sono in un’età in cui guardano la televisione”. Oltre alla pena che sta scontando, la serie ha dato vita ad un ulteriore processo mediatico che potrebbe incidere sulla sua vita privata, anche negli anni a seguire. “Non è possibile che ogni giorno io debba affrontare giudizi ripetuti più e più volte”
Della pressione mediatica e della presunta innocenza di Rosa, ha parlato anche suo padre Francisco Peral, che in un’intervista televisiva – riportata da Onda Cero – sottolinea che quelli che gravano su sua figlia “sono solo sospetti, nessun indizio. E poi hanno indagato nella vita di Rosa, ma non di Albert Lopez”. L’uomo ha aggiunto inoltre che era stata Rosa, convinta da suo fratello, ad andare a parlare con la polizia. “Non sono stati loro a cercarla. Ci aspettavamo che sarebbe tornata e invece l’hanno arrestata. Da allora è stato un calvario”