C’è un riferimento storico infausto al ventennio fascista nelle parole della segretaria del Partito Democratico Elly Schlein che, in risposta alla provocazione della premier Giorgia Meloni, sulla “sinistra al caviale”, ha detto di non aver mai mangiato caviale. E di non sopportare che i lavoratori vengano purgati con olio di ricino. Ai tempi della dittatura di Mussolini, infatti, gli squadristi costringevano gli avversari politici e gli oppositori a bere una grande quantità di olio di ricino per umiliarli. La cosiddetta “purga del sovversivo” causava un terribile malessere alla vittima che se la faceva sotto. Non solo, le camicie nere spesso legavano una corda ai pantaloni affinché i malcapitati non potessero toglierli.
In quelle condizioni, la vittima otteneva gli scherni degli aguzzini che volevano degradarla e privarla di dignità. Pare che l’idea di utilizzare l’olio di ricino come mezzo di coercizione politica fu di Gabriele D’Annunzio. Si impiegava questo metodo anche in ambito militare quando si volevano pulire i soldati non troppo solerti.
Dunque, Schlein ha voluto ribadire il legame diretto tra l’attuale presidente del Consiglio e il fascismo, negato in più di un’occasione dalla premier.
Tutto si è originato da un messaggio di Meloni che, durante la trasmissione radiofonica Un giorno da pecora, raccontava come, “non avendo particolari diritti sindacali”, fosse al lavoro a “Budapest per il Consiglio europeo” nonostante si sentisse male. Schlein l’ha attaccata subito invitandola a smettere di fare la vittima e di delegittimare. Nel secondo round della sfida, Meloni ha risposto: “Questo governo li difende molto di più della sinistra al caviale“.