La Corte Suprema degli Stati Uniti si è trovata al centro di un nuovo capitolo delle guerre culturali americane, direttamente legato alla comunità LGBTQIA+, dibattendo in queste ore una questione che divide profondamente il paese: gli stati possono vietare ai terapisti autorizzati di tentare di modificare l’orientamento sessuale o l’identità di genere di giovani pazienti? Al centro della controversia c’è Kaley Chiles, una counselor cristiana del Colorado, che sostiene che il divieto statale delle cosiddette terapie di conversione violi i suoi diritti costituzionali alla libertà di espressione.
Il caso rappresenta una battaglia legale dalle implicazioni nazionali. Più della metà degli stati americani hanno adottato leggi che vietano la terapia di conversione sui minori, una pratica che utilizza il counseling per persuadere pazienti omosessuali o transgender ad accettare un’identità eterosessuale o cisgender. Il Colorado ha introdotto il suo divieto nel 2019, basandosi su quello che le autorità statali definiscono “prove schiaccianti” del fatto che questa pratica danneggia i giovani, aumentando significativamente il rischio di depressione e suicidio.
Durante le argomentazioni orali davanti alla Corte Suprema, l’avvocato di Chiles, Jim Campbell, ha sostenuto che la legge del Colorado violi la libertà di parola della sua cliente, dato che il trattamento dei pazienti consiste esclusivamente in conversazioni. Campbell ha argomentato che esistono evidenze statistiche secondo cui la maggior parte dei giovani che lottano con questioni di identità di genere prima della pubertà riescono a “superarle” e riallineare la loro identità con il loro sesso biologico. Secondo l’avvocato, impedire a professionisti come Chiles di fornire questo tipo di assistenza a minori che la richiedono esplicitamente costituisce una violazione inaccettabile.
La posizione dello stato del Colorado è diametralmente opposta. Shannon Stevenson, procuratore generale del Colorado, ha ribadito ai giudici che il caso riguarda standard di cura professionale, non la libertà di espressione di Chiles. Stevenson ha citato cento anni di ricerca che non hanno trovato alcun supporto scientifico per la terapia di conversione, descrivendola come una pratica con “nessun record di successo”. Ha presentato dati allarmanti: uno studio su 34.000 persone tra i 13 e i 25 anni sottoposte a terapia di conversione ha rilevato un tasso doppio di tentativi di suicidio rispetto alla popolazione generale.
Durante le argomentazioni, diversi giudici della Corte Suprema hanno mostrato una possibile inclinazione verso l’invalidazione della legge del Colorado, quindi a favore della Chiles. La giudice Amy Coney Barrett ha chiesto un riepilogo dettagliato dei presunti danni causati dalla terapia di conversione, aprendo un dibattito sulle evidenze scientifiche presentate. Campbell ha inoltre fatto riferimento al cosiddetto rapporto Cass, una revisione condotta dal sistema sanitario nazionale inglese che ha messo in discussione il grado di evidenza scientifica per certi trattamenti di affermazione di genere, suggerendo che la transizione sociale precoce può portare a una medicalizzazione con conseguenze dannose.
Il contesto di questo caso è particolarmente significativo. La decisione arriva pochi mesi dopo che la Corte Suprema ha stabilito, nel giugno 2025, che gli stati possono vietare le cure di affermazione di genere per i minori. Inoltre, i giudici dovranno considerare più avanti in questo mandato se gli stati possano impedire a ragazze e donne transgender di partecipare a squadre sportive femminili. Questi casi rappresentano tappe cruciali nel modo in cui il sistema legale americano affronta questioni di identità di genere e orientamento sessuale.
La questione delle terapie di conversione ha da tempo catalizzato l’attenzione pubblica, con numerose celebrità di Hollywood che hanno condiviso le proprie esperienze. Bowen Yang, star di Saturday Night Live e della franchise di Wicked, ha raccontato a People nel 2021 di essere stato inviato in terapia di conversione dai suoi genitori quando era adolescente, descrivendo “un enorme abisso di incomprensione” che ha portato a “situazioni molto pericolose”. Miley Cyrus ha dichiarato nel 2020 di aver lasciato la sua chiesa dopo che amici gay erano stati mandati in terapia di conversione. Daniel Franzese, l’attore di Mean Girls, ha raccontato a Page Six nel 2022 di essere stato “manipolato mentalmente” fino a un’alienazione dalla madre durante una terapia di conversione all’età di 21 anni.
Stevenson ha sintetizzato efficacemente la posizione dello stato affermando che il danno della terapia di conversione non deriva dalle pratiche avversive in sé, ma dal dire a qualcuno che può cambiare qualcosa di innato nella propria identità, per poi farlo fallire ripetutamente in questo tentativo. Secondo le autorità del Colorado, questo ciclo di aspettative irrealistiche e fallimenti è ciò che alimenta i tassi elevati di depressione e comportamenti suicidari tra i giovani sottoposti a queste pratiche.
La Corte Suprema si esprimerà nei prossimi mesi.