Il ddl Valditara parla chiaro: con il ritorno del voto in condotta basta un 5 in pagella per ottenere la bocciatura. Studentesse e studenti delle superiori, dunque, passano all’anno successivo almeno con il sette in condotta. Non solo. Il voto peserà anche sui crediti necessari per l’ammissione all’esame di Maturità. Il massimo punteggio verrà assegnato solo con un voto in condotta pari a 9 o 10. Il sei, infine, porta a un debito formativo da recuperare entro settembre. Dunque, il disegno di legge approvato al Senato e ora pronto al passaggio alla Camera, reintroduce il famigerato voto in condotta, ovvero un giudizio sintetico che certifica il comportamento della studentessa e dello studente durante l’anno scolastico. L’insufficienza arriva con comportamenti che siano gravi. E con reiterate violazioni del Regolamento di istituto.
Stesso discorso anche per le scuole medie dove la valutazione del comportamento, espressa in decimi, farà media con le altre materie (non succedeva dal 2017). E si riferisce a tutto l’anno scolastico, non solamente al quadrimestre.
Cosa succede in caso di sospensione? Se la si applica fino a due giorni, si recupera con attività educative mirate all’interno della scuola. Con tanto di verifica finale da sottoporre al consiglio di classe. Oltre i due giorni la palla passa alle strutture convenzionate che si prenderanno cura di studentesse e studenti chiamati a fare attività di cittadinanza solidale e di utilità civica.
Pugno di ferro anche contro il bullismo e gli atti violenti contro i professori. Saranno introdotte multe molto salate per coloro che si macchieranno di “reati commessi in danno di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola a causa o nell’esercizio del suo ufficio o delle sue funzioni“. Si va da un minimo di 500 a euro a un massimo di 10.000.
Tra gli altri punti all’ordine del giorno del ddl Valditara, anche il ritorno nella scuola primaria dei giudizi sintetici, che vanno a sostituire i voti numerici. Tornano quindi i termini insufficiente, sufficiente, discreto, buono e ottimo. La riforma del 2020, invece, prevedeva termini meno dettagliati (avanzato, intermedio, base).