A pochi giorni dall’omicidio di Paolo Taormina, il giovane di 21 anni ucciso in via Spinuzza davanti al locale di proprietà della sua famiglia da Gaetano Maranzano, Palermo si prepara a un cambio di passo nella gestione della sicurezza urbana. Il Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica, riunitosi in Prefettura mercoledì 15 ottobre, ha ridisegnato la mappa dei controlli nel centro storico, istituendo tre zone a vigilanza rafforzata proprio nei luoghi più frequentati della movida palermitana.
L’incontro urgente, richiesto dal sindaco Roberto Lagalla e dal presidente della Regione Renato Schifani al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha prodotto risultati concreti e immediati. A confermare l’adozione di misure straordinarie per l’emergenza sicurezza è stata Carolina Varchi, segretario di presidenza della Camera dei Deputati per Fratelli d’Italia, che ha dichiarato di aver ricevuto rassicurazioni dal Viminale sull’impegno ad adottare azioni straordinarie per affrontare la situazione che sta sconvolgendo la città.
Il piano prevede innanzitutto un rafforzamento immediato degli organici delle forze dell’ordine. Già dalla prossima settimana saranno assegnati in anticipo alla questura di Palermo 24 agenti della polizia di Stato, 3 ispettori e un funzionario, nell’ambito del complessivo potenziamento annunciato dal ministro durante la riunione dello scorso 6 agosto. Un ulteriore e più strutturale incremento degli organici è previsto a partire da gennaio 2026.
Ma la novità più significativa riguarda l’istituzione delle cosiddette zone rosse, definite anche “recinti urbani”. Si tratta di uno strumento già sperimentato in altre città italiane, in particolare al Nord, che consiste nell’individuare aree urbane specifiche dove vietare la presenza di soggetti pericolosi con precedenti penali, disponendone l’allontanamento immediato. La misura fu adottata per la prima volta nel 2024 a Firenze e Bologna, dove in soli tre mesi furono emessi 105 provvedimenti di allontanamento su 14mila persone controllate, per poi essere estesa a Torino e Milano.
Il 17 dicembre 2024 il ministero dell’Interno aveva inviato ai prefetti una direttiva con cui chiedeva di individuare zone della città dove applicare questi provvedimenti. A Palermo, il prefetto Massimo Mariani disporrà ora l’istituzione di tre zone a vigilanza rafforzata, corrispondenti ai luoghi maggiormente frequentati dalla movida e teatro di episodi di degrado e illegalità.
La prima zona comprende l’area del Teatro Massimo e Piazza Olivella, delimitata da via Cavour, piazza Verdi, via dell’Orologio, piazza Olivella, via Bara all’Olivella, via Roma, via Salvatore Spinuzza e via Maqueda. Si tratta del cuore pulsante della movida palermitana, dove si concentrano locali, bar e ristoranti frequentati soprattutto dai più giovani.
La seconda zona riguarda la storica Vucciria, compresa nel perimetro tra corso Vittorio Emanuele da via Roma verso Porta Felice, via dei Chiavettieri, via dei Cassari, via dei Materassai, via Argenteria vecchia, vicolo Sant’Eligio, via Giovanni Meli, piazza San Domenico e via Roma fino a corso Vittorio Emanuele. Un’area che negli ultimi anni ha vissuto una rinascita notturna, ma anche un incremento di problematiche legate all’ordine pubblico.
La terza zona identificata è quella tra Maqueda e la Stazione, delimitata da via Maqueda all’altezza di piazza Pretoria, piazza Sant’Antonino, via Oreto, via Fazello, piazza Francesco Cupani, piazza Giulio Cesare, via Roma, discesa dei Giudici e piazza Pretoria. Un’area strategica che collega il centro storico con la stazione ferroviaria e che rappresenta uno dei principali punti di accesso alla città.
Come ha sottolineato il Comitato in una nota ufficiale, pur riconoscendo i risultati conseguiti nell’ambito dei costanti servizi di controllo del territorio posti in atto da mesi da parte di tutte le forze di polizia, l’omicidio consumato nel pieno centro di Palermo ha evidenziato l’esigenza di rafforzare ulteriormente i dispositivi di prevenzione e contrasto dei fenomeni di illegalità e degrado. L’efficacia di queste misure si misurerà nei prossimi mesi, ma l’intenzione è chiara: restituire serenità a chi vive e frequenta il centro storico, senza lasciare spazio all’illegalità.