Dieci casi in Toscana di vaiolo delle scimmie, sette infetti soltanto nella città di Firenze. L’origine di questo contagio che sta allarmando il sistema di prevenzione sanitaria della regione del Centro Italia pare sia da addursi ad una festa di Capodanno svoltasi un un locale gay del capoluogo toscano.
La prima segnalazione è avvenuta da parte di un medico di famiglia del Mugello fiorentino, che in un suo paziente aveva riconosciuto i primi sintomi della malattia. Da lì, è stata ricostruita parzialmente la catena del contagio, fino ad arrivare a sette pazienti infetti che avevano avuto contatti tra di loro quella sera nella sola città, e dieci in totale nella regione.
A quasi nove mesi dalla dichiarazione dell’Organizzazione mondiale della sanità sulla fine dell’emergenza sanitaria globale, che era scattata nel luglio 2022, il vaiolo delle scimmie si riaffaccia a Firenze e dintorni. Come spiegato dal Corriere Fiorentino, il monkeypox è una patologia che nella stragrande maggioranza dei casi di infezione si sviluppa e termina in maniera assolutamente benigna, nonostante stia destando infondate preoccupazioni e venga associato al più tradizionale e temuto vaiolo sradicato negli anni ’80, che invece era a volte letale se non si era adeguatamente vaccinati.
Il vaiolo delle scimmie è un’infezione virale che si presenta spesso come la combinazione di una serie di sintomi, che sono febbre, mal di testa, brividi, stanchezza, astenia, linfonodi ingrossati, mal di schiena, dolori muscolari. Inoltre, dopo due o tre giorni dall’inizio della febbre si manifesta un’eruzione cutanea e le lesioni cutanee si evolvono in vescicole, pustole e croste. Solitamente, si trasmette con il contatto diretto con queste lesioni cutanee o con abiti ed indumenti venuti a contatto con le già citate eruzioni.
L’origine della nuova epidemia di vaiolo delle scimmie è da imputare all’estate del 2022, quando un consistente focolaio venne individuato nelle Isole Canarie; da quell’esposizione al vaiolo, in Italia tornarono circa mille persone infette. Dal maggio 2023, quando l’OMS aveva dihiarato la fine dell’emergenza, i casi, benché drasticamente diminuiti, non erano cessati del tutto: a gennaio 2024 (qualche settimana prima del caso fiorentino) in Italia si erano registrati 17 pazienti infetti, di cui 12 solo in Lombardia.