Will Jimeno e John McLoughlin, oggi partecipano a incontri motivazionali presso scuole o altri enti;, dopo essere sopravvissuti al crollo delle Torri Gemelle, l’11 settembre 2001, ed essersi ritirati a vita privata, in seguito a una lunghissima riabilitazione, I due, impiegati nel Port Authority Police Department di New York, adibito al traffico degli autobus, accorsero immediatamente sul luogo dell’attentato, rimanendo intrappolati all’interno della Torre numero 2, al momento del secondo impatto. Con loro c’era anche il collega Dominick Pezzullo che sarebbe morto poco dopo, nel tentativo di salvare i colleghi, quando il crollo della Torre Uno lo travolse.
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Sepolti da cumuli di macerie, Jimeno e McLoughlin, passarono ore soli, parlando tra di loro, senza mai perdere conoscenza, e scambiandosi dettagli sulle loro vite. Ore dopo, i due uomini furono rinvenuti da due ex – Marines tornati in servizio a seguito degli attentati, Dave Karnes e Jason Thomas. Ricoverati in ospedale, i due ufficiali della Port Authority, sarebbero stati sottoposti a mesi di riabilitazione; in particolare McLoughlin, estratto in gravissime condizioni, sarebbe stato sottoposto a coma farmacologico per sei settimane, subendo in totale 27 interventi chirurgici diversi. Nel giugno del 2002, conclusa la convalescenza, Jimeno e McLoughlin ricevettero dalla Port Authority la medaglia al valore, nel corso di una cerimonia pubblica tenutasi al Madison Square Garden.
E mentre McLoughlin completava la sua riabilitazione, attorniato dall’amore della sua famiglia, per Jimeno il percorso si sarebbe rivelato impervio; a un graduale miglioramento delle condizioni fisiche generali, corrispose un veloce declino della sua salute mentale; cominciarono infatti a presentarsi i primi sintomi di quello che poi sarebbe stato diagnosticato come PTSD, disturbo da stress post – traumatico; le sue difficoltà a gestire la rabbia, gli causarono grossi problemi con la moglie e con la figlia; a quel punto, allora, Jimeno decise di rivolgersi a una sua amica terapista che, dopo alcuni mesi di trattamento, lo aiutò a riconoscere ed accettare il suo disturbo, insegnandogli ad evitare particolari situazioni di stress che avrebbero potuto essere deleterie per lui.
Dotato di questa nuova consapevolezza, Jimeno scelse allora di aiutare chi si trovasse in analoghe situazioni di sofferenza esistenziale; attraverso le sue due biografie, Sunrise through the darkness, e Immigrant, American, Survivor, scritta per un pubblico di bambini, Will racconta la sua storia agli altri, cercando di fungere da esempio; allo stesso scopo servono i vari incontri tenuti in comunità di recupero, carceri, scuole, e accademie di polizia: “Qualsiasi cosa di tragico ti accada, quello è il tuo World Trade Center, e devi trovare il modo di superarlo; e la nostra storia, di due persone che non sarebbero dovute uscire vive da quel posto, dimostra che, anche dopo un evento del genere, si può trovare la felicità.”