Albus Silente, l’indimenticabile preside di Hogwarts nella saga di Harry Potter, muore nel finale de Il principe mezzosangue per mano di Piton e della sua maledizione Avada Kedavra cadendo dalla Torre di Astronomia. Questo, almeno, è quello che può apparire ad un primo sguardo. In realtà il potente mago aveva chiesto al professore di pozioni di agire in questo modo quando si sarebbe presentata l’occasione.
La motivazione è duplice. In primo luogo Silente è a conoscenza del fatto che Lord Voldemort ha affidato al giovane Draco Malfoy il compito di assassinarlo. Consapevole di questo, dunque, non vuole che il ragazzo porti sulle sue spalle un peso così gravoso che lo avrebbe condotto irrimediabilmente verso l’oscurità.
In secondo luogo, poi, sa che il suo tempo sta per finire. Durante la caccia agli horcrux, infatti, viene colpito dalla maledizione dell’anello con la Pietra della Resurrezione. La malvagità contenuto in questo ha iniziato ad avvelenare il suo corpo, partendo dalla mano con cui l’ha toccato. Per questo motivo, dunque, Silente decide di panificare la sua fine chiedendo la complicità di Piton.
Ma perché far morire un personaggio così fondamentale per il giocane Potter e per i destini della seconda guerra dei maghi? J.K.Rowling ha voluto mettere in evidenza come la scomparsa di un leader non debba fermare una guerra e come un conflitto è vinto dall’unione di molti e non dal singolo.