Il 29 settembre del 1964 il mondo conosceva Mafalda, la bambina dal vestitino rosso e i capelli neri che ha sempre raccontato la società contemporanea con il candore dei più piccoli, ma anche con tanta verità. A disegnarla, l’artista argentino Quino, al secolo Joaquín Salvador Lavado Tejón. La piccola eroina dalla lingua tagliente nasce per pubblicizzare una marca di elettrodomestici, la Mansfield. Quino inventa un personaggio che nel suo nome contenga le lettere M e A. La campagna pubblicitaria non vede la luce, ma Mafalda non sparisce, anzi. Quino realizza molte strisce, prima su Gregorio, supplemento umoristico della rivista Leoplán. Poi, dal 29 settembre, appunto, su Primera Plana, il settimanale argentino più importante dell’epoca.
Due anni dopo, Mafalda arriva sul quotidiano El Mundo. E la piccola è anche protagonista di un libro, messo in vendita in occasione del Natale, in cui sono raccolte in ordine cronologico le sue strisce. Il volume, come del resto il personaggio, sono un successo grandissimo. Mafalda ha 6 anni ed è una bambina normalissima, salvo per le sue zampate ironiche sul mondo. Nella sua vita parla della guerra del Vietnam, della fame e del razzismo. Ribelle ma dal buon cuore, le sue domande sono una sfida per gli adulti. Un esempio?
“Ma perché con tanti mondi più evoluti, io sono dovuta nascere proprio in questo?“
Il successo varca i confini dell’Argentina per diffondersi in tutto il mondo. Basti pensare che in Italia il primo volume completamente dedicato a lei in Italia, intitolato Mafalda la contestataria, ha la prefazione di Umberto Eco.
Mafalda finisce la sua vita artistica nel 1973. Sono anni difficili per l’Argentina, con l’inizio della dittatura di Videla. Dirà poi Quino:
“Se avessi continuato a disegnarla, mi avrebbero sparato“.
Mafalda resta comunque un personaggio amato a livello planetario, forte di un merchandising pervasivo. Non è una caso che sia stata protagonista di carattere umanitario. Per esempio, per illustrare la Dichiarazione dei diritti dell’infanzia dell’UNICEF nel ’77. O per spiegare la spagnola Legge organica sul diritto all’istruzione nell’86. Anche nel 2020 per sensibilizzare su COVID, nonostante Quino avesse 88 anni anni e fosse cieco (morendo di lì a poco).
Ora Mafalda tornerà a vivere. Netflix ha annunciato lo scorso agosto la produzione di una serie animata dedicata a lei, diretta da Juan José Campanella, premio Oscar per il miglior film straniero del 2010 con Il segreto dei suoi occhi. Proprio il regista ha spiegato:
“Mafalda e i suoi amici non solo mi facevano ridere molto, ma di tanto in tanto mi portavano a consultare il dizionario. E ogni nuova parola che imparavo veniva premiata con una nuova risata. È nostro dovere preservare l’umorismo, il tempismo, l’ironia e le osservazioni di Quino. Sappiamo che non potremo migliorare Mafalda, perché è impossibile fare di più del suo creatore. Ma sogniamo che quelli di noi che le sono affezionati fin dalla prima ora possano farla conoscere ai propri figli, e anche se al suo interno ci sono cose pensate solo per gli adulti, potremo ridere tutti ad alta voce come famiglia, e perché no, consultare ogni tanto il dizionario“.
¡La genialidad de Quino cobra vida! La icónica historieta Mafalda tendrá su propia serie animada en Netflix, de la mano del ganador del Oscar @juancampanella. pic.twitter.com/fwAi5wxBXy
— CheNetflix (@CheNetflix) August 6, 2024