La Beat Generation è una corrente artistica e letteraria sviluppatasi negli Stati Uniti d’America a partire dagli anni ’50, che ebbe tra i suoi massimi esponenti Lucien Carr, Allen Ginsberg, William S. Burroughs e ovviamente il suo creatore, Jack Kerouac. A 103 anni esatti dalla sua nascita, partiamo alla riscoperta di questo autore, considerato uno dei più importanti e influenti dell’intero XX secolo.
Jack Kerouac, all’anagrafe Jean-Louis Lebris de Kérouac, nasce a Lowell, Massachusetts, il 12 marzo del 1922. Trascorre un’infanzia serena e già da piccolo mostra una forte attitudine verso la scrittura, firmando il suo primo romanzo a soli 11 anni; negli anni successivi si distingue anche come ottimo giocatore di football, ma un infortunio a una gamba lo costringe ad abbandonare lo sport. Nei primi anni ’40, mentre frequenta la Columbia University di New York, si interessa di cultura a 360 gradi, visitando musei, cinema, teatri e locali di musica jazz e leggendo Dostoevskij, Thomas Wolfe e James Joyce.
Dopo l’attacco a Pearl Harbor nel 1941 si prende una pausa dall’università per arruolarsi, ma poi ha un ripensamento e si mantiene con vari lavori saltuari prima di riprendere alla Columbia, cominciando a frequentare gli artisti anticonformisti del Greenwich Village. Nel 1943 si arruola, ma non riesce ad adeguarsi alla rigida disciplina dell’esercito; dopo numerosi esami gli viene diagnosticata una “demenza precoce” e più tardi una “personalità schizoide, non psicotica”, che lo rende inadeguato al servizio militare.

Nel 1944 conosce Lucien Carr, William S. Burroughs e Allen Ginsberg, con cui decide di formare il movimento della Beat Generation (dal termine beatific, tiene a precisare Kerouac). Alla fine dello stesso anno, dopo un breve periodo in carcere e un altrettanto breve matrimonio, si reimmerge nella vita artistica della New York più anticonformista e comincia a far uso di droghe. Alla fine del 1946 Kerouac conosce il giovane Neal Cassady, che diventerà la sua principale ispirazione per il personaggio di Dean Moriarty nel suo romanzo più popolare, Sulla Strada.
Dopo che Cassady si trasferisce a Denver, infatti, Kerouac decide di intraprendere un lungo viaggio per raggiungere l’amico; una volta giunto a destinazione, non riuscendo a rintracciarlo, vive per qualche tempo a San Francisco e poi a Bakersfield, dove conosce una ragazza di nome Beatrice Kozera: i due trascorrono molto tempo insieme in giro per la California, mantenendosi con lavori di fortuna. A fine 1948, la prima bozza di Sulla Strada è completa, ma diversa da quella pubblicata: egli la riscrive e la completa nel 1951 in sole 3 settimane; sempre in questo periodo sposa Joan Haverty, da cui però si separa dopo appena 6 mesi.
Sulla Strada viene pubblicato nella sua terza e definitiva versione nel 1957, dopo che Kerouac ha perfezionato il particolare stile di scrittura che definisce “prosa spontanea”. Il romanzo, che esprime il disagio, l’alienazione e la disillusione dell’uomo rispetto al fantomatico “sogno americano” tanto propugnato alla fine della seconda guerra mondiale, viene considerato il manifesto della Beat Generation. Gli anni che precedono la pubblicazione del suo capolavoro – e di altri romanzi, rifiutati dalle case editrici – vedono però Kerouac diventare sempre più irascibile e teso, nonché preda dell’alcolismo, anche a causa di una pesante delusione d’amore.
Una volta pubblicato, il libro riscuote però un enorme successo e regala finalmente a Kerouac la fama di autore di spicco che tanto desiderava: se alcuni critici lo elogiano definendolo un’opera d’arte e altri ne lamentano la complicata cornice narrativa, i lettori più giovani vengono conquistati dalle atmosfere e dalle tematiche presentate in Sulla Strada; essi si identificano nel protagonista Sal Paradise (che rappresenta Kerouac stesso), ne respirano lo stesso senso di libertà e sono affascinati dalle sue avventure in giro per l’America, e non guasta il fatto che il libro sia facilmente leggibile e a tratti divertente. La prosa è fluida, libera dalle più classiche regole grammaticali e sintattiche, e ciò ne rende la lettura decisamente più immediata.
Nonostante la straordinaria popolarità raggiunta, Kerouac non riesce a essere davvero soddisfatto, soprattutto quando la critica comincia a stroncare sistematicamente quasi tutte le sue altre opere. I suoi ultimi anni sono segnati da un alcolismo sempre più pesante – al punto di provocargli deliri – e da vari e vani tentativi di ritrovare nuovi stimoli creativi con viaggi e dubbie frequentazioni in giro per il mondo. La morte dell’amico Neal Cassady nel 1968 lo scaraventa ancora di più nel baratro della depressione e dell’alcolismo sfrenato. Jack Kerouac muore alla fine dell’anno seguente, per un’emorragia dovuta alla cirrosi epatica che ha sviluppato nel tempo; è sepolto nella città natale di Lowell, mentre San Francisco decide di intitolargli una strada.