Scrittore, sceneggiatore, drammaturgo e perfino attore. Tutto questo è stato Truman Capote, pseudonimo dietro il quale si nascondeva l’identità di Truman Streckfus Persons, una delle personalità più complesse ed ambivalenti del panorama artistico e culturale americano. A lui, infatti, si devono alcuni romanzi entrati di diritto nei classici del novecento come Colazione da Tiffany e A sangue freddo, tratto da un fatto di cronaca che sconvolse l’America alla fine degli anni cinquanta. Ma come ha costruito la sua fama di personaggio della cultura pop questo ragazzo nato a New Orleans?
Gli inizi tra l’Alabama e New York
Nato il 30 settembre 1924, sotto il segno della Bilancia, Truman si trasferisce in Alabama dopo il divorzio dei genitori andando a vivere con dei parenti. La madre lo va a trovar di tanto in tanto, il padre, invece, alla costante ricerca di una facile ricchezza, sparisce del tutto. L’uomo si rifarà vivo improvvisamente quando il figlio è ormai diventato uno degli scrittori più acclamati della sua generazione. Lo scopo, ovviamente, è solo quello di estorcere denaro. La sua infanzia, dunque, è piuttosto difficile e solitaria. A sostenerlo è l’affetto della cugina Sook e dell’amica Harper Lee, che diventerà famosa con la pubblicazione del libro, Il buio oltre la siepe.
In quegli anni, comunque, le letture cominciano ad essere le sue compagne più fedeli. A causa del suo carattere e dei modi effeminati, infatti, Capote viene velocemente isolato dagli altri ragazzi che proprio non riescono a comprendere il suo incredibile mondo di fantasia. Dopo il secondo matrimonio della madre, però, si traferisce a New York prendendo il nome del patrigno. Qui, pur di entrare nel mondo letterario inizia a lavorare come fattorino per il New Yorker. Un posto che perderà velocemente dopo essersi presentato come inviato della rivista ad un convegno e scatenato involontariamente l’ira del famoso poeta Robert Frost.
Scrittura e mondanità
Truman inizia il suo percorso letterario pubblicando dei racconti sulla rivista Harper ‘s Bazaar. Tra tutti a regalargli notorietà è quello intitolato Miriam. Da quel momento per lui si aprono le porte dei salotti mondani di New York. Qui viene invitato come intellettuale dandy e, in questo modo, ottiene l’amicizia di personaggio particolarmente noti come Jackie Kennedy, Humphrey Bogart, Ronald Reagan, Andy Warhol e Tennessee Williams.
Il suo talento di scrittore, però, gli viene riconosciuto con il romanzo Altre voci nella stanza. A questo fa seguito Colazione d Tiffany (diventato un film di culto) e, ovviamente, a Sangue freddo, uscito nel 1966 a puntate sul New Yorker. Con questo romanzo Capote vuole dare vita ad un nuovo stile definito come romanzo verità. In effetti tutta la vicenda è ispirata all”assassinio di un’intera famiglia avvenuto nelle campagne del Kansas. Il fatto lo aveva colpito così tanto da spingerlo ad affrontare un lungo lavoro di ricerca durato ben sei anni.
A stupirlo, come lui stesso ha dichiarato in diverse interviste, è la comunanza con l’assassino. Questo personaggio, infatti, ha mostrato cosa sarebbe potuto accadere a lui se non fosse uscito dalla sua triste infanzia dalla porta principale. I due, infatti, hanno più di una caratteristica in comune: il padre assente, la madre alcolizzata, la solitudine giovanile, l’abbandono affettivo e il disprezzo degli altri.
Il futuro di Truman Capote è stato completamente diverso e a dimostrarlo è anche il famoso Ballo in bianco e nero con cui viene festeggiato l’ultimo capitolo del romanzo pubblicato sul New Yorker. Un evento che riempie le pagine dei tabloid del tempo e che diventa subito un appuntamento indimenticabile, trasformando lo scrittore in un personaggio iconico.
Gli ultimi anni
L’ultimo periodo della vita di Capote è stato caratterizzato da relazioni fallimentari con uomini in cerca solamente di un riflesso della sua popolarità e del denaro. A questo si aggiunge anche l’uso di alcol e di tranquillanti che hanno minato velocemente la sua salute. Ecco, dunque, che il protagonista del jet set e dei salotti intellettuali si trasforma in un esule, rinnegato da tutti. E impegnato a passare gran parte delle sue giornate a letto a bere e dormire.
A causa dei suoi problemi, viene ricoverato due volte per disintossicarsi, anche se senza risultati duraturi. Alla fine, infatti, Truman Capote muore per una cirrosi epatica il 25 agosto 1984, mentre si trovava a Bel Air, ospite dell’ amica Joanne Carson, poco più di un mese prima del suo sessantesimo compleanno.
Dopo la cremazione, seguendo le volontà dello stesso Capote, che adorava fare una vita in entrambe le coasts degli Stati Uniti, le ceneri sono state divise tra Joanne Carson, a Los Angeles, e il compagno Jack Dunphy, a New York. La vita di Capote, comunque, non finisce certo così. Il suo nome, infatti, è destinato a rimanere immortale grazie a tutti i film tratti dai suoi romanzi ed anche all’ultimo Preghiere esaudite, pubblicato postumo.