Ian Fleming è considerato da tutti il padre di 007, l’agente segreto con licenza d’uccidere al servizio di Sua Maestà. Questa, però, non è l’unica “parentela” importante a suo carico. Lo scrittore, infatti, è formalmente il cugino di terzo grado dell’attore Christopher Lee. I due devono questo legame allo zio del giovane Ian che ha sposato la contessa Estelle Marie Carandini, vedova dell’ufficiale Geoffrey Trollope Lee, e, ovviamente, madre di Lee.
Un dettaglio non da poco che ha avuto un certo riflesso anche sull’attività di romanziere di Fleming. Sembrerebbe, infatti, che il personaggio di James Bond sia stato ispirato dal cugino e, in modo particolare, alle sue avventure durante il secondo conflitto mondiale. Almeno questo è quello che lo stesso Lee, villain di 007 in L’uomo dalla pistola d’oro, ha dichiarato più di una volta.
Non tutti sanno, infatti, che l’attore ha avuto un passato come spia. Non riuscendo ad entrare della Royal Air Force per dei problemi al nervo ottico durante i voli di prova, ha deciso di diventare un ufficiale d’intelligence della divisione Long Range Desert Group (LRDG), una vecchia unità delle forze speciali britanniche.
Il compito principale della sua armata era quello di fare ricognizioni a lungo raggio per raccogliere informazioni e perlustrare le zone desertiche. Per questo motivo, dunque, è stata inviata in missioni speciali proprio nel continente africano. Durante il conflitto, poi, passa nell’unità Special Operations Executive, per cui ha eseguito missioni di cui i dettagli sono ancora considerati materiale riservato.
Secondo altri, però, il personaggio di James Bond è costruito ad immagine e somiglianza dello stesso autore che lo ha creato. Ian Fleming, infatti, durante la guerra ha militato nel Naval Intelligence Service ed ha agìto come spia fino all’inizio degli anni cinquanta.
Ascolta “L’incredibile e assurda vita di Christopher Lee – ScreenRadio” su Spreaker.
Oltre a questo, poi, la sua somiglianza con la spia più amata dal pubblico femminile si è fatta evidente nel corso degli anni. Come Bond, infatti, ha iniziato a fumare assiduamente sigarette composte di una miscela speciale di tabacco, prodotte appositamente per lui a Londra, e a far uso di alcolici. Il tutto circondato da un numero non ben precisato di donne. A differenza del suo eroe, però, questo stile di vita è costato molto a Fleming, visto che è morto per infarto a soli 56 anni.