Pochi autori riescono nell’impresa di scrivere un solo romanzo ed entrare nella storia della letteratura. Figurarsi se si tratta di una donna sottoposta a tutte le limitazioni culturali e sociali dell’ottocento. Nonostante gli elementi a sfavore, però, Emily Brontë è riuscita in questa impresa consegnano ai posteri Cime Tempestose, una storia di tormento, passione e distruzione personale alla ricerca di quel solo amore in grado di non svanire nemmeno dopo la morte.
Per questo motivo, dunque, un numero imprecisato di lettori si sono appassionati alla vicenda di Heathcliff e Catherine sullo sfondo della brughiera sferzata dal vento. Una passione, la loro, distruttiva c che la Bronte ha tratteggiato alla perfezione, pur non avendola mai provata nella sua vita. Emily, infatti, muore prematuramente a soli 30 anni nel 1948. Un’esistenza molto breve, la sua, vissuta all’insegna dell’istruzione e della tranquillità di Haworth, dove risiedeva tutta la famiglia Brontë, formata anche dalle altre due sorelle, Anne e Charlotte.
Un insieme, dunque, dove l’amore romantico non ha trovato modo e tempo di esprimersi. Almeno stando a quanto riportato dai ricordi delle sorelle e dalle pagine dei diari della stessa Emily. Questo vuol dire, dunque, non è mai stata sposata e tantomeno vicina ad esserlo.
Anche il personaggio di William Weightman, che ritorna spesso nei ricordi di Charlotte, non sembra aver suscitato su di lei nessun fascino particolare. Si trattava di un vice-parroco arrivato proprio ad aiutare Patrick Brontë, il padre di Charlotte, Emily e Anne, a svolgere le varie mansioni ecclesiastiche. La sua avvenenza, però, lo trasforma velocemente nell’oggetto delle attenzioni romantiche di molte signore della parrocchia. Sembra che tra tutte le sorelle Brontë, Anne sua la più sensibile al fascino del giovane uomo.
Tra i due, infatti, potrebbe esserci stato un flirt. Emily, invece, sembra essere assolutamente indifferente. Dai pochi scritti rimasti, infatti, viene descritta la vita quotidiana della canonica e delle famiglie che ne fanno parte. Ma nulla di più. A questo punto, dunque, sembra naturale pensare a lei come ad un animo placido, felice dell’esistenza vissuta ma, comunque, in grado di vivere, attraverso le parole ed i suoi personaggi, una grande passione.