J.K. Rowling nasce il 31 luglio 1965 a Chipping Sodbury, nel Regno Unito, all’interno di una famiglia agiata: il padre lavora come ingegnere meccanico per la Rolls Royce, mentre la madre ha origini francesi e scozzesi. Fin dalla tenera età, J.K. Rowling dimostra una forte passione per la scrittura: già a 6 anni compone storie per la sorella Joanne e per i compagni di scuola. La vita personale della scrittrice britannica si lega presto a quella del futuro mago più famoso del mondo, quando nel 1971, a Winterbourne, fa conoscenza con i suoi nuovi vicini di casa: i Potter, un cognome destinato a diventare iconico.
Nel 1974, la famiglia Rowling si stabilisce a Tutshill, dove la futura autrice frequenta la scuola elementare e successivamente ottiene il diploma al Wyedean Comprehensive. Proprio durante gli anni della scuola primaria inizia a scrivere racconti di fantasia, ispirandosi sia alle letture che ama sia alle persone che incontra nella tranquilla cittadina di Tutshill. Dopo il diploma, si iscrive all’Università di Exeter per studiare francese, con l’obiettivo di diventare segretaria bilingue, come auspicavano i suoi genitori. J.K. Rowling si laurea in francese e in lettere classiche, poi si trasferisce a Londra, dove trova il suo primo lavoro presso Amnesty International.

Gli anni trascorsi a Londra, e in particolare i viaggi in treno verso il lavoro, offrono alla scrittrice l’opportunità di concentrarsi sulla scrittura. Nel corso della sua esperienza scolastica, incontra alcune persone che diventeranno fonte d’ispirazione per vari personaggi della saga di Harry Potter: il direttore della scuola elementare le suggerisce il personaggio di Albus Silente; il suo migliore amico, che possedeva una Ford Anglia, ispira Ron Weasley, caratterizzato dai capelli rossi; mentre il suo insegnante di chimica, con cui aveva un rapporto difficile, dà vita alla figura di Severus Piton.
Fu proprio durante un viaggio in treno che nacque l’idea del personaggio di Harry, a cui seguirono Hermione, Ron, Neville e Hagrid. Cominciò così a scrivere il primo libro della saga, Harry Potter e la pietra filosofale, approfittando delle pause pranzo. Successivamente si trasferì a Porto, in Portogallo, dove insegnò inglese. In quel periodo sposò il giornalista Jorge Arantes, il 16 ottobre 1992, e il 27 luglio 1993 nacque la loro figlia, Jessica. Tuttavia, nello stesso anno, la Rowling divorziò dal marito e si trasferì a Edimburgo insieme alla figlia, con l’intento di andare a vivere con la sorella.

Dopo l’esperienza in Portogallo, l’autrice attraversò un periodo particolarmente complicato, segnato da una profonda depressione e da gravi difficoltà economiche dovute alla mancanza di lavoro. Rowling ha raccontato di aver preso ispirazione proprio da questo momento oscuro della sua vita per creare i Dissennatori, esseri che “assorbono la pace, la speranza e la felicità dall’ambiente circostante”. Nel 1995 completò il manoscritto di Harry Potter e la pietra filosofale e iniziò una lunga ricerca di agenti letterari. Fu Christopher Little ad accettare di rappresentarla, proponendo l’opera a dodici diverse case editrici. Tuttavia, tutte rifiutarono il romanzo, giudicandolo “eccessivamente lungo”.
Dopo molti tentativi falliti, una casa editrice all’epoca poco nota, la Bloomsbury, decise di accettare il manoscritto: il primo volume della saga venne pubblicato il 25 giugno 1997. Pare che sia stata proprio la casa editrice a suggerire a Rowling l’uso di uno pseudonimo, temendo che il pubblico di riferimento del libro, composto principalmente da adolescenti, potesse avere pregiudizi nei confronti di un’autrice donna. Così, Rowling scelse di firmare le sue opere come “J. K. Rowling”, utilizzando la K come omaggio alla nonna Kathleen. A causa di questa scelta, spesso viene erroneamente indicata come “Joanne Kathleen Rowling”, anche se il suo nome completo è semplicemente Joanne.

Negli ultimi anni, J.K. Rowling è emersa come una delle figure più controverse della scena culturale attuale, non soltanto per il suo ruolo leggendario come ideatrice dell’universo di Harry Potter, ma anche per alcune dichiarazioni e opinioni che hanno generato accese discussioni, soprattutto in relazione ai diritti delle persone transgender.
Nel dicembre 2019, J.K. Rowling ha espresso il proprio sostegno a Maya Forstater, una ricercatrice britannica il cui contratto non è stato rinnovato dopo aver dichiarato che “il sesso biologico è un dato oggettivo e che le donne trans non sono vere donne”. In seguito a questa decisione, Forstater ha avviato un’azione legale, inizialmente conclusasi a favore del suo ex datore di lavoro. Tuttavia, in appello, la sentenza è stata ribaltata e, in una causa successiva, è stato riconosciuto che il mancato rinnovo del contratto era motivato da discriminazione. Rowling ha commentato affermando che Maya Forstater è stata licenziata “per aver detto che il sesso è una cosa reale”. A causa di queste dichiarazioni, l’autrice è stata accusata di transfobia da parte di fan e mezzi di informazione.

Nel giugno 2020, la scrittrice ha affermato che “se il sesso non è reale, allora non può esserci alcuna attrazione tra persone dello stesso sesso. Se il sesso non è reale, si cancella la realtà vissuta da tutte le donne del mondo. […] Cancellare il concetto di sesso significa non dare la possibilità a molti di discutere delle proprie vite”. Queste dichiarazioni hanno nuovamente scatenato un’ondata di critiche e polemiche nei suoi confronti, accusandola di transfobia.
Sul proprio sito ufficiale, l’autrice ha condiviso un saggio in cui affronta temi legati al sesso e al genere. Ha dichiarato di sostenere i diritti delle persone transgender, ma ha espresso preoccupazione per il fatto che l’attivismo trans stia indebolendo “i rigorosi criteri di valutazione che un tempo erano richiesti per accedere alla transizione di genere”, consentendo il cambiamento anche senza interventi medici o terapie ormonali, semplicemente attraverso la “self-identification” (auto-identificazione). Ha inoltre scritto di essere contraria all’idea che “uomini che si identificano o si sentono donne” possano accedere ai bagni femminili senza possedere un documento legale, come il Gender Recognition Certificate, che attesti il loro genere, poiché ciò potrebbe “consentire a qualunque uomo di entrare” in questi spazi, mettendo potenzialmente a rischio la sicurezza delle donne.

Sempre nel 2020, l’autrice ha continuato a esprimere le proprie opinioni attraverso numerosi tweet. In particolare, ha commentato una campagna inclusiva che menzionava tra gli utilizzatori di assorbenti anche persone trans e non-binary con utero, scrivendo: “Persone che hanno il ciclo. Sono sicura ci fosse una parola per descrivere queste persone. Qualcuno mi aiuti.”, storpiando poi con alcune versioni modificate della parola “donna”. Le reazioni negative non si sono fatte attendere: uno dei principali portali dedicati al mondo di Harry Potter ha preso pubblicamente le distanze da lei, mentre molte altre persone hanno criticato duramente le sue dichiarazioni.
Le posizioni di Rowling (critica al self-id, critica al concetto di genere, preoccupata per una eventuale cancellazione del concetto di sesso) sono state ricondotte alla corrente Gender Critical del femminismo britannico. Durante le Olimpiadi del 2024, J. K. Rowling ha accusato la pugile Imane Khelif di aver ingiustamente gareggiato nella categoria femminile, dichiarando che fosse un uomo. Khelif è una donna cisgender. Successivamente ha anche attaccato l’atleta paralimpica transgender Valentina Petrillo.