Jack lo Squartatore (Jack the Ripper) rimane uno dei più celebri e misteriosi serial killer della storia. Attivo nel quartiere londinese di Whitechapel nel 1888, il suo nome è legato a una serie di omicidi brutali, in cui le vittime – tutte donne – furono assassinate con modalità particolarmente violente. Nonostante numerose teorie e investigazioni nel corso dei decenni, la vera identità dell’assassino non è mai stata confermata con certezza. Tuttavia, un nuovo indizio emerso recentemente potrebbe cambiare le carte in tavola e fornire una svolta inaspettata al caso.
Le ipotesi sull’identità di Jack lo Squartatore sono state molteplici. Tra i principali sospettati figurano Montague John Druitt, un avvocato con disturbi mentali e persino personalità di alto rango come il medico reale Sir William Gull. Le tecnologie moderne, tra cui l’analisi del DNA, hanno cercato di fare chiarezza, ma i risultati non sono stati conclusivi.
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Il nuovo indizio, recentemente analizzato da esperti forensi, riguarda un tessuto macchiato di sangue trovato accanto a una delle vittime. Questo reperto, conservato per oltre un secolo, è stato sottoposto a un’analisi del DNA avanzata, rivelando tracce genetiche che sembrano coincidere con il profilo di un noto sospettato: Aaron Kosminski. Kosminski, un immigrato polacco che lavorava come barbiere, era già stato considerato tra i principali indiziati dalle autorità vittoriane, ma le prove all’epoca non erano sufficienti per incriminarlo. Se confermato, questo sviluppo potrebbe finalmente risolvere il mistero.
Anche grazie ad analisi specifiche che hanno coinvolto i genetisti che hanno effettuato mappe del DNA (si chiama genealogia forense) proprio come fece l’esperto svedese che contribuì a risolvere il doppio omicidio avvenuto nel 2004 a Linköping.
Tuttavia, alcuni storici e criminologi rimangono scettici. La conservazione del reperto per oltre un secolo potrebbe aver contaminato il materiale genetico, rendendo il test meno affidabile. Inoltre, il contesto storico dell’epoca e la mancanza di una documentazione chiara sulle prove originarie sollevano dubbi sulla validità del collegamento.