C’è una leggenda nell’antica storia di Roma secondo cui il grande poeta Virgilio avrebbe organizzato un funerale sontuoso per una mosca domestica al fine di proteggere la propria proprietà dalla confisca da parte del governo romano. Per quanto le premesse della storia fossero vere, non c’è alcuna evidenza sulla veridicità della costruzione del curioso mausoleo. Partiamo dalla verità storica. Dopo la battaglia di Filippi nel 42 a.C., il Secondo Triumvirato, composto da Ottaviano, Marco Antonio e Lepido, intraprese una vasta campagna di confisca delle terre per ricompensare i veterani delle guerre civili.
Le regioni del nord Italia, in particolare Cremona e Mantova (dove Virgilio nacque), furono tra le più colpite. Il poeta vide le proprietà della sua famiglia minacciate da queste confische. Tuttavia, grazie all’intervento di influenti sostenitori come Mecenate e Asinio Pollione, riuscì a mantenere il possesso delle sue terre.
Come nacque allora il mito della mosca? Secondo la leggenda, Virgilio avrebbe costruito un mausoleo per una mosca domestica deceduta, organizzando un funerale elaborato, completo di lamenti funebri e un’epigrafe, per creare una tomba sulla sua proprietà. L’idea era che, avendo una tomba sul terreno, la proprietà sarebbe stata esente dalla confisca, poiché le leggi romane proteggevano i luoghi di sepoltura. Ecco, questa era invece una bufala bella e buona, probabilmente rielaborata durante il Medioevo, quando la figura di Virgilio assunse una certa forza, data la sua presenza nella Divina Commedia.
A quanto pare, tutto sarebbe partito da un poemetto chiamato “Culex” (“La Zanzara”), incluso nell’Appendix Vergiliana, una raccolta di opere che non può essere di certo attribuita a Virgilio. Nel poemetto, un pastore uccide accidentalmente una zanzara che lo aveva salvato da un serpente. Pentito, erige un monumento in onore dell’insetto.