La Storia si compone, per sua stessa definizione, di fatti accertati. A rendere le sue pagine più interessanti, però, di tanto in tanto arrivano dei racconti non propriamente comprovati ma che, comunque, esercitano un fascino incredibile. Uno di questi è, senza alcun dubbio, quello di Lady Godiva e della sua cavalcata nuda per salvare al popolo gravose tassazioni. Il fatto, però, sarà veramente accaduto oppure si tratta di pura leggenda? Ad oggi non è possibile dare una risposta effettiva, vista la mancanza di documentazioni. Condizione che farebbe pensare alla formulazione di un mito che nulla ha a che fare con la realtà. Anzi, alcuni storici pensano che si tratti proprio di u una leggenda, ideata dopo la morte della nobildonna, avvenuta tra il 1066 e il 1086, per dare credito a Coventry e dotarla di un mito riguardante la sua fondazione.
Dando per certo questo, però, sorge una domanda: è sempre necessario appurare la veracità dei racconti “mitologici” o è più sensato lasciarli in una sorta di limbo offrendo loro la possibilità di esercitare comunque il un fascino ispiratore? Considerando che, ad oggi, le gesta del sagace Ulisse vengono ancora tramandate e studiate, conviene lasciare anche a Lady Godiva la sua leggenda senza stare a cavillare troppo. Importante, piuttosto, sono i fatti che l’hanno determinata e il potere rappresentativo che esercita ancora oggi. Per chi non conoscesse nel dettaglio la storia, dunque, è bene iniziare dal principio.
La leggenda di Lady Godiva
Tutto ha inizio nel 990 d.c. in Inghilterra e, più nello specifico, a Coventry. In questo periodo storico particolare sul trono britannico sedeva un re danese e le diverse contee erano amministrate dai signorotti locali. Uno di questi è proprio il conte di Mercia, Leofrico, marito di Lady Godiva. La coppia è unita da un grande fervore religioso e, proprio per questo motivo elargiscono donazioni alla Chiesa e fondano il monastero benedettino di Coventry nel 1043.
La leggenda di lady Godiva, però, si forma grazie ad un evento preciso, ossia l’aumento delle tasse da parte del re. Fatto che avrebbe messo in seria difficoltà economica i ceti più deboli e che la nobildonna, sempre attenta agli altri, non può accettare. Per questo motivo chiede al marito di non applicarla disubbidendo al sovrano. Da parte sua Leofrico lancia una sfida alla moglie convinto, probabilmente, che non l’avrebbe mai accettata: se avesse scavalcato nuda in città non avrebbe applicato le nuove tasse.
Nonostante tutto, dunque, lady Godiva accetta (in teoria il 10 luglio 1040) con la sola richiesta rivolta al popolo di rimanere chiuso in casa e di non guardare. Tutti acconsentono con la consapevolezza che la loro signora si sta sottoponendo ad un sacrificio per loro. Tutti, tranne un certo Tom. Si tratta di un sarto che, per curiosità, decide di fare un foro negli scuri della finestra per osservare il passaggio di Lady Godiva. Tale curiosità, però, è destinata ad essere punita visto che diventerà cieco. Nonostante questo, la sua storia ha dato vita ad un modo di dire tutto inglese, Peeping Tom, con cui si traduce proprio il termine guardone.
Tornando a Lady Godiva, comunque, la sua impresa viene ripagata e suo marito accetta di non alzare le tasse. Un coraggio che il popolo ripagherà con una fedeltà assoluta, visto che continuerà a governare da sola sulla Marcia anche dopo la morte di Leofrico.