La Basilica di San Paolo fuori le Mura, una delle quattro basiliche papali di Roma, è celebre non solo per la sua maestosità architettonica, ma anche per la serie di medaglioni che adornano le sue navate. Questi tondi, iniziati nel V secolo sotto Papa Leone I Magno e rifatti nel XIX secolo durante il pontificato di Pio IX, raffigurano tutti i pontefici della Chiesa cattolica, da San Pietro fino all’attuale Papa Francesco.
Secondo una leggenda popolare, una volta esauriti gli spazi disponibili per i tondi, Cristo tornerà in terra e il papato giungerà al termine, segnando la fine del mondo. Questa credenza ha guadagnato attenzione quando, qualche giorno fa, la luce del tondo di Papa Francesco si è spenta, alimentando speculazioni sulla presunta profezia. Niente di tutto questo. Semplicemente, dopo la morte di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile scorso, è scattato il ‘rito’ dello spegnimento.

Ciò non ha nulla di catastrofico, ma è solo un segno di lutto per la scomparsa del pontefice, in attesa dell’elezione di quello nuovo. Non è un caso che sotto l’immagine di Francesco debbano ancora essere apposte le date del suo pontificato: 2013-2025, così come successo per ogni Papa. Quando sarà nominato il suo successore, e prima che il nuovo tondo torni a essere illuminato, si dovranno attendere i tempi dei mosaicisti vaticani. Si parla di un paio di mesi all’incirca.
Attualmente i tondi sono 265 e i ritratti sono in buona parte di fantasia, ad eccezione dei papi che è stato possibile rappresentare grazie a quadri o foto realistici, quindi quelli dal XVI secolo in poi. L’immagine di Papa Francesco è stata realizzata dallo Studio del Mosaico Vaticano della Fabbrica di San Pietro che ha creato tutti i tondi con i volti dei pontefici per la Basilica in via Ostiense.
I monaci benedettini della basilica, infine, hanno rassicurato voci “apocalittiche” affermando che ci sono ancora spazi disponibili per i futuri pontefici. Sotto Giovanni Paolo II, con soli tre medaglioni liberi, furono realizzati altri 25 tondi.