Ogni anno, la notte del 31 ottobre, orde di bambini mascherati bussano di porta in porta ripetendo la stessa formula magica: “Dolcetto o scherzetto!”. Ma quando è nata questa tradizione di chiedere dei dolci, pena uno scherzetto? Durante il XIX secolo in Irlanda e Scozia, i bambini celebravano questa ricorrenza seminando il caos tra i vicini, anche se per lo più in modo innocuo. Soffiavano fumo di cavolo attraverso le serrature per puzzare le case altrui, spaventavano i passanti con rape intagliate per sembrare orribili spettri, e compivano altre marachelle del genere. Quando immigrarono negli Stati Uniti, questi ragazzini non abbandonarono affatto la loro tradizione annuale di monellerie, e gli americani adottarono ben volentieri questa pratica.
Gli innocui scherzi come il ribaltamento delle latrine e il calpestio degli orti presto lasciarono spazio a gesta molto più pericolose. In un caso documentato in Kansas, una donna rischiò di morire in un incidente stradale dopo che alcuni ragazzi avevano strofinato cera di candela sui binari del tram. Questi scherzi si intensificarono ulteriormente durante la Grande Depressione, trasformando Halloween in una notte potenzialmente pericolosa.

Fin qui gli scherzetti. Ma anche i dolcetti hanno una lunga storia. Nel Medioevo, in occasione del Giorno di Ognissanti, le persone andavano di casa in casa offrendo preghiere per i defunti in cambio di cibo o denaro, una tradizione conosciuta come souling. Una pratica simile della Scozia del XIX secolo, chiamata guising, prevedeva lo scambio di barzellette o canzoni per ottenere leccornie. Sebbene non sia provato che l’elemosina moderna di dolcetti derivi direttamente dal souling o dal guising, la pratica di visitare i vicini per ricevere qualcosa di commestibile attorno ad Halloween esiste in qualche forma da secoli.
L’idea di fondere dolcetto e scherzetto è relativamente recente. Basandosi sui primi riferimenti scritti noti, questo potrebbe essere accaduto in Canada durante gli anni Dieci o Venti del Novecento. Come riporta Merriam-Webster, un giornale del Saskatchewan menzionò le due parole insieme in un articolo del 1923: “Halloween è trascorsa molto tranquillamente qui. ‘Dolcetti’ non ‘scherzetti’ sono stati l’ordine della serata”.
Ma fu nel 1927 che i giovani trick-or-treaters adottarono definitivamente la frase. Il Lethbridge Herald dell’Alberta riportò: “Halloween ha offerto un’opportunità per vero divertimento intenso. Non sono stati fatti danni reali se non al temperamento di alcuni che hanno dovuto cercare ruote di carri, cancelli, carretti, barili, eccetera, molti dei quali decoravano la strada principale. I giovani tormentatori erano alla porta di servizio e a quella principale esigendo bottino commestibile con le parole ‘trick or treat’, a cui gli abitanti rispondevano volentieri mandando via i rapinatori in giubilo”.
La frase apparve nel Bay City Times del Michigan l’anno successivo, descrivendo come i bambini pronunciassero “il fatale ultimatum ‘dolcetto o scherzetto'” per ricattare i vicini affinché distribuissero dolcetti. Era nata ufficialmente l’espressione che avrebbe definito Halloween per le generazioni future.