È solitamente con qualche settimana di anticipo che gli Italiani cominciano ad acquistare uova di Pasqua da aprire e consumare il giorno della relativa festività: più o meno grandi, più o meno costose, del gusto che più si preferisce e farcite con sorprese più o meno gradite, esse rappresentano uno dei simboli pasquali più conosciuti; e oltre a quelle di cioccolato circolano in questo periodo anche le più tradizionali uova di gallina, che vengono decorate a mano e consumate sode. Ma qual è il legame originario tra le uova e la Resurrezione di Cristo?
L’uovo non è un semplice alimento, ma anche un emblema di vita e rinascita da diversi millenni: nelle culture antiche, dall’Egitto alla Persia, esso rappresentava la creazione stessa. Gli Egizi lo vedevano come il cuore dei quattro elementi (acqua, aria, terra e fuoco), mentre per i Persiani era un dono primaverile, simbolo del rinnovarsi della natura. Greci, Cinesi e persino popoli lontani come i Polinesiani associavano l’uovo al cosmo, una sorta di “guscio primordiale” da cui tutto ha origine.
Con l’arrivo del Cristianesimo, questo simbolo pagano si trasformò in qualcosa di ancora più potente: per i primi Cristiani della Mesopotamia l’uovo diventò l’immagine della tomba vuota di Gesù, un sepolcro di pietra che, come un guscio, custodiva la promessa della vita eterna. Colorare le uova di rosso, in memoria del sangue versato da Cristo sulla Croce, era un gesto di fede e speranza poiché l’uovo, all’apparenza morto, nascondeva una vita pronta a esplodere, proprio come la Resurrezione di Cristo.

Nel Medioevo l’usanza di donare uova si diffuse in Europa, spesso come gesto di generosità verso i più poveri; le uova di gallina, bollite con fiori o foglie per assumere sfumature dorate, diventavano piccoli capolavori. I nobili, dal canto loro, iniziarono a creare uova preziose, rivestite d’oro, argento o platino; un caso particolarmente famoso è quello del re Edoardo I d’Inghilterra, che nel XIII secolo commissionò centinaia di uova dorate per festeggiare la Pasqua. E poi arrivò Peter Carl Fabergé, l’orafo che trasformò l’uovo in arte: le sue creazioni, come il primo uovo di platino con una sorpresa nascosta per la zarina Maria, sono ancora oggi leggenda.
La tradizione di scambiarsi e consumare uova di cioccolato contenenti una sorpresa è nata in Piemonte già nel Settecento, ed è stata perfezionata nel XX secolo per poi fare il giro del mondo il mondo. In alcune culture, come quella balcanica o greco-ortodossa, le uova di gallina dipinte di rosso o di colori vivaci sono però ancora le protagoniste della Pasqua: durante il pranzo pasquale c’è chi si sfida a colpi di “scontro d’uova” cercando il guscio più resistente, un gioco esilarante che viene considerato anche di buon auspicio.