L’elefante è il simbolo di Catania perché secondo un’antica leggenda, questo animale avrebbe protetto la città dall’eruzione del vulcano Etna. Questa è la spiegazione sintetica. In realtà ci sono tanti altri miti legati alla scelta del “liotru“, così viene chiamato familiarmente dai catanesi l’elefante in piazza Duomo, come emblema della città siciliana.
Partiamo dalla storia vera. La statua del pachiderma, scolpita nella roccia lavica, è con ogni probabilità di origine cartaginese. E fu inserita all’interno di una fontana dall’architetto Giovanni Vaccarini nella prima metà del XVIII secolo. L’opera è stata uno dei punti più alti della ricostruzione della città in seguito al devastante terremoto del 1693. Sisma che distrusse parzialmente la scultura, situata in precedenza sotto l’Arco di Liodoro. Proboscide e zampe posteriori furono sistemate in seguito e Vaccarini aggiunse anche le zanne e gli occhi in pietra bianca.
Perché dunque proprio l’elefante è stato scelto? A quanto pare durante la dominazione cartaginese, nella città si trovavano molti elefanti nani. Secondo una leggenda, uno di questi elefantini avrebbe allontanato dal paese tutti gli animali pericolosi. E la popolazione riconoscente rispose erigendo una statua in suo onore. Da qui, si attribuì all’animale un potere protettivo.
Quanto al nome, liotru, esso è legato alla figura di Eliodoro, un uomo che rinunciò alla fede cristiana per non essere stato scelto come vescovo della città, diventando un pericoloso (e dispettoso) stregone. Secondo un altro racconto tradizionale, infatti, sarebbe stato proprio Eliodoro a costruire la statua dell’elefante. Che lui riusciva ad animare e cavalcare durante le sue scorribande notturne. L’elefante allora fu ribattezzato “u cavaddu i Liotru“, ovvero il cavallo di Eliodoro.