Oscar Wilde era solito indossare un garofano verde all’occhiello perché simboleggiava la sua personalità unica. Tutto nasce nel 1892, quando Wilde fece indossare un garofano verde a uno degli attori della sua compagnia, alla prima della commedia Il ventaglio di Lady Windermere. Contestualmente, chiese a una dozzina dei suoi seguaci di indossarlo anche loro. Ben presto, divenne un segno di riconoscimento del suo gruppo, formato da giovani artisti che guardavano a Wilde come al più grande rappresentante del decadentismo, movimento letterario che aveva il suo cardine nell’idea che la natura dovesse imitare l’arte. In questo senso, quindi, l’innaturalità di un garofano verde era simbolica.
Simbolica anche della sua omosessualità? Diciamo che da Oscar Wilde in avanti il garofano verde divenne anche uno degli emblemi della comunità LGBTQUIA+. Secondo alcuni studiosi, il garofano verde era di moda tra i gay di Parigi ed era possibile che Wilde avesse portato la moda a Londra. Di certo, in quei tempi l’omosessualità era considerata una terribile deviazione. L’uso di simboli e messaggi cifrati tra gli omosessuali, dunque, era all’ordine del giorno.
Il garofano verde era anche il titolo a un romanzo scandalistico, pubblicato in forma anonima nel 1894 da Robert Hichens i cui protagonisti erano Oscar Wilde e il suo grande amore, Lord Alfred Douglas.
Wilde, nato a Dublino il 16 ottobre 1854, fu uno degli scrittori più apprezzati della letteratura britannica. Uomo dallo stile impeccabile e formidabile narratore della società inglese, fu a lungo osteggiato per la sua omosessualità. Che gli valse una condanna ai lavori forzati nel 1895, nel processo per sodomia.
Durante il dibattimento in aula, l’accusa lesse a Wilde una poesia di Douglas, intitolata Two Loves (Due amori). E gli chiese cosa fosse l’amore che non osa pronunciare il proprio nome?, ottenendo questa risposta:
“L’Amore, che non osa dire il suo nome in questo secolo, è il grande affetto di un uomo anziano nei confronti di un giovane, lo stesso che esisteva tra Davide e Gionata, e che Platone mise alla base stessa della sua filosofia, lo stesso che si può trovare nei sonetti di Michelangelo e di Shakespeare… Non c’è nulla di innaturale in ciò“.
Alla vicenda giudiziaria di Oscar Wilde furono dedicati molti film, uno dei più noti, Wilde, del 1997, ebbe come protagonisti Stephen Fry nei panni dello scrittore. E Jude Law in quelli di Douglas.