La parola pesca, se si riferisce al frutto, si deve pronunciare con la “e” aperta, quindi pèsca. Se invece ci si riferisce all’atto del pescare, la parola va pronunciata con la “e” chiusa, ovvero pésca. La differenza è legata all’etimologia della parola. Pésca deriva dal latino, ma dalla radice di piscis, pesce. La i latina in italiano si è trasformata in “e” chiusa. Il frutto fa riferimento sempre al latino, ma alla parola persica malus.
Pèsca e pésca sono tra i più celebri omografi, ovvero parole che si scrivono nello stesso modo, ma sono diverse nella pronuncia e nel significato. Come fòro, ovvero la piazza. O fóro, il buco. E ancora pòrci, i suini, e pórci, ovvero porre a noi stessi. Il motivo del contendere è il cosiddetto accento fonico, che indica se una vocale sia aperta o chiusa. In italiano non è obbligatorio segnalare graficamente l’accento fonico. Ma è importante sapere che le vocali non sono cinque, ma sette: a, è, é, i, ò, ó, u
Spesso in italiano si tendono a confondere gli omografi, a causa delle influenze dialettali. Al nord, e in certe regioni del centro, il frutto della pesca si pronuncia erroneamente con la e chiusa. Non ci sarebbe nulla di male, se non cambiasse di netto il significato della parola.
Se avete dei dubbi sulla pronuncia delle parole, munitevi di dizionario e al lemma incriminato notate dove cada l’accento. Non farete errori.