Scuoiare vivo è una tortura atroce che consiste nella rimozione della pelle dal corpo senza l’utilizzo di alcuna anestesia. In genere, si cerca di mantenere intatta la porzione di pelle rimossa. Lo scorticamento può essere praticato sugli animali allo scopo di prepararli al consumo della carne a scopo alimentare o per ricavarne la pelliccia. Applicato sugli esseri umani, lo scuoiamento viene usato come metodo di tortura o di esecuzione capitale.
In genere, lo scorticamento può avvenire post mortem come segno di spregio verso il cadavere di un nemico o di un criminale. Lo scuoiamento è una pratica antica, già praticata ai tempi degli Assiri sui nemici e sui capi ribelli catturati. In Messico, invece, gli Aztechi scorticavano le vittime dei sacrifici umani rituali, in genere dopo la loro morte.
Celebre, secondo la tradizione, è lo scorticamento di San Bartolomeo, che viene spesso raffigurato mentre viene scuoiato. La più nota scultura di San Bartolomeo è esposta dentro il Duomo di Milano e lo raffigura scorticato e con la Bibbia in mano. L’opera raffigura il santo con minuzia di particolari e riesce a rendere l’idea del corpo umano privo della pelle attraverso notevoli drappeggiamenti. La pelle della testa, inoltre, è penzolante sulla schiena del martire.
A essere celebre, infine, è il quadro Punizione di Marsia, dipinto da Tiziano tra il 1570 e il 1576. L’opera è ritenuta tra i capolavori dell’artista e rappresenta sulla tela il mito del supplizio di Marsia, il satiro che osò sfidare Apollo. Il quadro è crudo e riesce a raffigurare il dolore di Marsia, che viene posto in primo piano. L’opera è stata citata nel film Il silenzio degli innocenti nel corso di un dialogo tra Clarence Sterling e Hannibal Lecter.
Negli ultimi giorni si è parlato di questa pratica in merito ad un povero gatto, Leone, trovato scuoiato vivo e soccorso da veterinari e volontari. Un gesto ignobile che ha portato alla morte dell’animale nel giro di pochi giorni.